A parte il fatto che io voglio assolutamente una scimmia (e mi sa che non sono l’unico), volevo riprendere quel discorso sul “fotografabile”. So che non vi interessa, ma chissene: il blog è mio e ci scrivo quello che mi pare.
Dopo un lungo discorso, prevalentemente privo di senso alcuno, sono arrivato a concludere che è possibile associare il concetto di “fotografabile” alla personalità del fotografo. Questo, pensandoci, è fin troppo naturale, se si intende, come ho fatto, che il “fotografabile” sia soggettivo.
Poi, nei commenti al post, è uscito che in ogni fotografia c’è la rappresentazione della realtà così come uno la vede.
Adesso vorrei parlare di quando diciamo “ah, che bella questa foto!”, ovvero della bellezza che noi attribuiamo ad uno scatto. In questi giorni ho avuto l’opportunità di riflettere un po’ su tali argomenti e tutto è scaturito dal fatto che nel forum che frequento sono state postate delle foto che sinceramente non mi dicevano assolutamente niente(*). Naturalmente, per non creare scompiglio nel forum, non ho detto che le foto non mi piacevano - a dire la verità era soltanto una quella che non mi piaceva per niente - e ho tenuto per me le riflessioni che sto per fare. L’episodio è poi proseguito con dei commenti da parte di altri utenti i quali elogiavano (e tanto) questi scatti. Così, dopo aver letto questi commenti, ed aver assistito ad altri episodi del genere, ho riflettuto.
Mi sono detto: allora tu non capisci proprio niente! Beh, per alcuni questo può sembrare senz’altro vero e in effetti costoro non hanno tutti i torti. Ma io sono arrivato ad una conclusione diversa: pensare (e dire) “che bella foto!” è un insieme di cose. La foto può piacere per i colori, per come è stata composta l’inquadratura, per come è stata gestita la luce, per il punto di ripresa o per altri fattori. Quindi, anche a causa della distorsione professionale, io dico che bisogna scomporre quel “che bella” nelle sue componenti.
E’ un po’ come quando si mandano delle foto ad un concorso e la giuria le vota. E’ chiaro che una foto può piacere ad un giurato mentre ad un altro la stessa foto fa schifo. Chi ha ragione? Se il sistema di giudizio di una foto venisse fatto unicamente in base al facebookiano “mi piace”, non se ne verrebbe fuori. Quindi devono esistere per forza dei criteri di giudizio, criteri certamente sia artistici che tecnici; quelli tecnici magari sono più oggettivi (metti che la foto è palesemente sovraesposta, ad esempio) mentre quelli artistici vanno in base alle sensazioni del giurato. Tuttavia, anche facendo intervenire quel meccanismo di scomposizione che ho sopra menzionato, non penso possa esistere un giudizio completamente oggettivo.
Faccio un esempio calzante. Voglio fare il dottorato ad Astronomia a Padova ma ho scritto una tesi di cosmologia teorica. Per come stanno le cose, coloro che hanno una tesi osservativa sono in molti casi facilitati nel partecipare al dottorato, mentre io sarei penalizzato dal fatto che la commissione è prettamente composta da osservativi(**). Così, io posso mandare delle foto di paesaggio ad un concorso, ma se i membri della giuria sono degli specializzati in ritratto, è ovvio che chi invia foto di ritratti è più avvantaggiato rispetto al paesaggista.
Inoltre, anche se la giuria fosse interamente composta da paesaggisti, non è detto che la mia foto venga selezionata o premiata. Perché? E qui ritorniamo al discorso iniziale sul rapporto tra “fotografabile” e fotografo. Ognuno ha una concezione diversa del “fotografabile” e ognuno ha un modo suo di interpretare una foto, anche le più banali. Quindi, lasciando fuori dal discorso il giudizio tecnico, è naturale arrivare alla conclusione che dire “ma che bella questa foto!” non ha senso.
(*) Non chiedetemi di farvi vedere queste foto perché non potrei: per il semplice motivo che per poter vedere le foto del forum bisogna essere registrati!
(**) Non voglio creare o alimentare polemiche. Rispetto il lavoro di tutti.