mercoledì 11 luglio 2007

Ricordi di Parigi - Episode 1

Beh, vi ho raccontato di quello che è successo a Berlino e adesso mi tocca anche raccontarvi cosa è successo a Parigi. Eh sì, mi tocca.
Dunque, questa volta siamo i più grandi della scuola, in quinta insomma, ma sempre all'inizio dell'anno scolastico. Quindi c'è la tradizionale "gita della quinta" e due mete ci si offrono: c'è da scegliere tra Praga e Parigi. Facciamo una specie di votazione con tanto di urne e schede elettorali. Bisogna scrivere la città che vogliamo visitare. Il 50+1 vince, al solito. Io sono indeciso: da un lato c'è Praga che mi piacerebbe vedere e ci hanno parlato molto bene della birra e di altre cose. Dall'altra parte c'è Parigi: io c'ero già stato due mesi prima, ma mi era talmente piaciuta che davvero mi sarebbe piaciuto ritornarci. Quindi non sapevo proprio che fare. Alla fine, lo ammetto, ho scritto "Parigi". Sapete come sono fatto io: un nostalgico. Beh, morale della favola, per pochi voti (tra cui ovviamente anche il mio) vince Parigi e la classe si spezza a metà. Io, dal canto mio, sarei stato felice in entrambi i casi, come vi ho detto. La partenza è prevista per metà novembre dalla stazione di Mestre: si va in treno, viaggiando tutta la notte fino alla capitale francese. Le notti previste sono 4 o 5, non ricordo, in un albergo in una laterare di Boulevard Haussmann, vicino all'Opera.Così, ci mettiamo in viaggio. Al momento della partenza in treno è guerra per accaparrarsi le cabine. Sono tutte da 6 posti e, escludendo la nostra, tutte le ragazze non ci stanno nelle rimanenti. E' ovvio che qualcuna di esse deve "dormire" con noi. Sono dei nostri la Chiara S. e la Anna. Le prime ore del viaggio le passiamo sgranocchiando qualcosa, bevendo qualcos'altro ascoltando musica dal mio solito impianto con le casse comprate a Berlino l'anno prima e parliamo del più e del meno con la Chiara e la Anna. Di tanto in tanto ci fanno visita le altre compagne, per assicurarsi che le loro amiche siano in mani buone. Ma sono in ottime mani, dico io. Così ad un certo punto della serara la Chiara ci manda via perché deve mettersi il pigiama e non vuole che la vediamo in desabillé, come se non l'avessimo mai vista. Comunque, dopo qualche questione, abbandoniamo la cabina ma non esitiamo nello sbirciare tra le fessure. Le nostre care compagne insistono col dire che siamo stronzi e non dovremmo farlo. Noi rispondiamo che se siamo così è per colpa loro che in cinque anni di convivenza non ce l'hanno mai data. Loro non sono d'accordo e vogliono attacare briga. Finalmente la Chiara finisce e le riferiscono dell'accaduto. Tuttavia la Chiara, che è un gradino al di sopra di loro, non se ne cura e ritorniamo tutti in cabina. Sono circa le due di notte, forse più tardi, e il treno si ferma. Jack dice che probabilmente siamo a Ginevra; guardiamo fuori e c'è la neve. Non possiamo non farlo: con Jack e Gio apriamo la porta, scendiamo e prendiamo una quantità considerevole di neve. Gio bussa alla porta della cabina delle ragazze che volevano attaccare briga qualche ora prima; la Alice, forse, apre e le piomba addosso questa palla di neve. Ovviamente urla e tutti escono a vedere cosa è successo. Ma a nessuno interessa della neve in faccia all'Alice e ridono. Bella. Il treno riparte e torniamo in cabina. Qui dentro fa esageratamente caldo, fa notare la Anna, così apriamo il finestrino. La Chiara mi chiede se le insegno qualche costellazione. Io dico che non sono esperto ma che ci posso provare, basta che salga sulla mia cuccetta, visto che sono al secondo piano, altezza finestrino. Le cuccette sono molto strette per una persona, figuriamoci in due. Comunque è un sacrificio che sono disposto a compiere, vista la situazione. Così, uno di fianco all'altra, a stretto contatto (e vi ricordo che la Chiara non è affatto brutta) mettiamo le teste fuori dal finestrino mentre il treno fila veloce. Confesso che è stato piuttosto pericoloso ma, ripeto, è un rischio che si può correre in certe situazioni. Mi ci vuole un po' per riconoscere qualche costellazione ma individuo subito la prima: "guarda quella è Orione" dico alla Chiara. "Quella con le tre stelle una di fianco all'altra è la Cintura di Orione" e le indico Riegel e Betelgeuse. Gli occhi si sono ormai abituati e vedo qualche ruota del Carro: "quello è un pezzo dell'Orsa maggiore" dico prontamente. Passano così alcuni minuti ma sento che la Chiara sta rabbrividendo. "Vuoi che torniamo dentro, se così si può dire?" chiedo. "Sì, meglio", risponde. E rientriamo.

3 commenti:

Giovanni ha detto...

jusque avec la salade

sushi john ha detto...

oh là là... paris... le capital de l'amour... oh, paris!

JaCk ha detto...

nostalgico?? no nn sapevo e non mi ricordavo neanche dell'episodio della neve -.- però bella gita !!