giovedì 31 gennaio 2008

Robe varie

Sì insomma, davvero un gran film American Gangster. Lo consiglio a tutti. Poi, chiaramente, c'è sempre da vedere se piace quel genere di film. Però, secondo il mio parere, è uno dei migliori film che abbia mai visto. E' ovvio che si tratta di considerazioni soggettive basate su un'esperienza cinematografica alquanto limitata. Però a me è piaciuto davvero tanto. Molto in stile Scarface, anche se ora la mafia non ha origini italiane ma è puramente americana, il film è ambientato alla fine anni '60 e inizio '70; nella colonna sonora le musiche funky, soul e R&B (quello vero di una volta, non l'R&B di Beyoncé, per capirci) la fanno da padrone e, diavolo, ci stanno benissimo. Tra gli attori non potevano mancare i rappers famosi quali, solo per citarne alcuni, RZA, T.I., Marc Hamilton, Common e altri. La trama non ve la dico, anche perché potete trovarla da qualsiasi altra parte. Quello che dico però è che nel film si parla di Blue Magic di cui anche di questo non dico niente. Al che io ho subito pensato alla canzone di Jay-Z intitolata proprio Blue Magic che, guarda caso, è contenuta nel suo ultimo album intitolato American Gangster. Chiaramente vi faccio vedere il video seduta stante: l'ultima scena del video è tratta dal film. In effetti mi ha stupito non vedere Jay-Z nel cast del film, essendo questo ambientato a New York. Però le vicende si svolgono ad Harlem, e tutti sanno che Jay-Z è di Brooklyn. Beh, quindi ecco a voi la grande Blue Magic, prodotta da Pharrell Williams: alzate il volume a livelli imbarazzanti perché non ve ne pentirete. E correte a vedere il film.



Altra cosa: ho trovato un altro bel programmino per riprodurre l'effetto HDR nelle foto. Si chiama Photomatix ed è scaricabile da questo sito; si tratta della versione di prova che ha tutte le funzioni di quella a pagamento, solo che quando viene creata l'immagine HDR, ci sono tante piccole scrittine che ci ricordano il nome del programma. In effetti, a dire la verità, questo Photomatix è molto più veloce di PhotoShop ed altrettanto facile da usare. Il prodotto finale può essere diverso perché diverse sono le opzioni di regolazione dell'immagine. Il principio di funzionamento è lo stesso: generate un'immagine HDR con almeno 2 immagini (sottoesposta, sovraesposta) e, attraverso la funzione “Tone Mapping”, modificate l'effetto fumetto. Da notare che in questo caso non è possibile agire direttamente sulla curva di luminosità dell'immagine, ma si possono solamente regolare altri parametri per modificarla. Beh, se avete qualche minuto da buttare provatelo e sappiatemi dire cosa vi sembra. Il mio risultato l'ho messo in rete al solito indirizzo.
A proposito di Flickr, segnalo a tutti i “flickeriani” che la settimana scorsa è uscita la nuova versione (3.0) dell'uploader Flickr (nota: per vedere il link bisogna loggarsi). E' uno strumentino molto utile a mio avviso, perché fa risparmiare un bel po' di tempo: oltre a caricare le immagini, con l'uploader esse si possono direttamente inserire nei set oppure crearne di nuovi; inoltre è possibile inserire le descrizioni, i tag, impostare il livelli di sicurezza e di privacy delle immagini e, grazie a quest'ultima versione, si può modificare l'ordine di inserimento delle foto. Senza contare che effettua l'accesso automatico, così non c'è il bisogno di inserire nome utente e password ogni volta. Una gran bella cosa che consiglio a tutti voi.

Altra novità: qualche giorno fa, come forse avrete sentito o visto, è stato presentato il nuovo portatile della Apple: si chiama MacBook Air e, diavolo, è stramaledettamente bello. Vedere per credere. La cosa carina è l'hard disk che non è più come quello classico, ma è una memoria flash abbastanza capiente da contenere l'OS X. Questo rende il computer (quasi) indistruttibile e (quasi) totalmente indifferente agli urti e alle vibrazioni. Due i difetti, secondo me: la mancanza del lettore CD (bisogna prenderlo a parte) e la ridotta capacità di memorizzazione dei dati (bisogna prendere un hard disk esterno). Ovviamente il prezzo è elevato: 1699 euro per una configurazione hardware non proprio delle migliori. Ma lo si poteva benissimo immaginare.

Come avrete notato anche questo post è abbastanza inutile e di certo non è maledettamente più serio del precedente. Confido nel futuro. Bene, la pacchia è finita ed è già ora di rimettersi sui libri. Saluti a tutti.

domenica 27 gennaio 2008

Pomeriggio a Venezia

Eccomi qui, sì, non me ne ero andato. Beh, oggi pomeriggio sì: un salto a Venezia per il Carnevale. Diavolo, con una giornata così, era davvero un peccato sprecarla sui libri, non trovate? Quindi via, borsa in spalla, e tutti a Venezia a vedere le maschere. Eh sì, proprio con la borsa: ho portato via la Minolta XG-M con tutti gli obbiettivi (interessante il tele) e ho cercato di fare qualche scatto degno di nota. Ovviamente avevo dietro anche la digitale, sia chiaro, e ho fatto qualche foto anche con quella. Le più interessanti le trovate al solito indirizzo, assieme ai bei colori del tramonto di ieri, mentre appena porto a sviluppare quelle su pellicola vedrò di scannerizzarle (ma solo se sono decenti!).
Che dire del Carnevale di Venezia? Niente. Non si può dire niente. Bisogna andarci, vedere cos'è Venezia in questi giorni (beh, non che il resto dell'anno sia da meno, ma in questo periodo secondo me è davvero bella), e poi esprimere un parere. Può piacere e non piacere. A me Venezia piace come città, nel senso che è completamente fuori da qualsiasi schema metropolitano. Però non andrei mai ad abitarci e questo lo dico solo perché non sono abituato; credo infatti che soltanto chi è veneziano (cioè nato e vissuto a Venezia) possa apprezzare ed amare Venezia in tutta la sua bellezza.
Poi non ci vivrei anche per un altro motivo: i turisti. Per capire quello che dico ecco una foto emblematica scattata oggi pomeriggio a Rialto.


Detto questo vi saluto, rimandandovi al prossimo post in cui, spero, parleremo di cose maledettamente più serie.

PS: 27.01.08 - PER NON DIMENTICARE

giovedì 24 gennaio 2008

Finalmente


Era da quasi due anni che aspettavo questo momento. Io, come tantissimi altri italiani. E finalmente oggi è arrivato.
Non aggiungo altro, sicuro che la discussione si infiammerà nel blog di UzZio non appena anch'egli riporterà la notizia.

martedì 22 gennaio 2008

Simpatie

Vi avevo anticipato che avrei detto perché la LQG mi sta simpatica. Se volete scoprirlo, cari lettori ed amici, leggete pure questo post. Altrimenti aspettate il prossimo che, con tutto il tempo che ho (?), non so nemmeno se ci sarà. Comunque eccomi qui.
Per dirvi quello che ho da dire, devo fare qualche passo indietro e ricordarvi brevemente cosa dicevamo qualche mese fa – a dire il vero quando ho aperto questo blog la questione era già attiva su quello vecchio – sul Principio di Equivalenza. In breve si diceva che non esistono sistemi inerziali. E non esistono perché non avrebbe senso che esistessero. Chiaramente non mi dilungherò per spiegarvi questa considerazione perché richiederebbe vari post e anche perché c'è già scritta qui e altrove (i link li trovate in basso a destra sotto la voce “De phisica”).
Ora, il punto fondamentale della LQG, è questo: lo spaziotempo non esiste ed esiste solo il campo gravitazionale. In poche parole, il campo gravitazionale è lo spaziotempo. A prima vista questa potrebbe sembrare una affermazione azzardata ed abbastanza sbagliata: diavolo, se uno pensa classicamente lo spazio c'è eccome, anche senza gravità. Ma questo è quello che succede classicamente, ovvero quando ci mettiamo in certi sistemi di riferimento privilegiati che sono quelli inerziali. Capite bene che l'affermazione mia e di Ema (i sistemi di riferimento inerziali non esistono) e quella di Rovelli (lo spaziotempo non esiste) hanno lo stesso significato; per la fisica classica lo spaziotempo è, come lo definisce Rovelli, una “tavolozza immutabile” su cui avvengono i fenomeni naturali. Questo è quello che pensava Newton e che ci hanno insegnato al liceo. Tutti i fenomeni fisici che analizziamo (dalla caduta dei gravi agli esperimenti negli acceleratori di particelle, passando per le osservazioni fatte da HST) avvengono su questa tavola immutabile. Einstein però va oltre e dice che le proprietà dello spaziotempo non sono sempre le stesse in ogni punto, ma cambiano a seconda del campo gravitazionale presente. Vi avevo già parlato del concetto di campo da qualche parte (qui, nello specifico) per cui non mi dilungherò su questo. Ma Rovelli dice anche un'altra cosa e lo fa con questo brillante esempio. Prendete un isoletta spersa nell'oceano e su questa isoletta immaginate che vivano degli animali. In questo caso possiamo identificare l'isola con la tavolozza di Newton e gli animali sono i campi gravitazionali prodotti dalle masse che popolano quello spazio. Supponete adesso di immergervi in acqua e di accorgervi che l'isola su cui vivono questi animali è essa stessa un gigantesco cetaceo. Una balena immensa sul dorso della quale vivono altri animali. Adesso quindi avete dei campi gravitazionali che vivono su di un altro campo: in poche parole abbiamo “campi su campi”. Non esiste più lo spaziotempo fisso ma esiste solo il campo gravitazionale su cui vivono altri campi. Questo in effetti è il punto di partenza di altre teorie che mirano all'unificazione QM/GR, però è un bell'esempio di cosa vogliamo dire. In pratica quantizzare lo spaziotempo significa quantizzare il campo gravitazionale. Chiaramente questo porta ad una serie di problemi quali le dimensioni minime di questo spazio e la definizione di “quanto di spazio”. E' anche per questo che non ne so di più, perché, come anche sottolineato da Rovelli alla conferenza, sono argomenti terribilmente tecnici e complicati anche per i teorici più incalliti.
Se adesso, dopo questa riflessione, vi andate a leggere cosa scrivevamo un tempo io ed Ema sul campo gravitazionale e sul Principio di Equivalenza, troverete che queste idee combaciano perfettamente con le nostre. Diavolo, eravamo sulla strada giusta!
D'altra parte, quantizzare lo spazio non è per niente ovvio e forse risulta più facile quantizzare le cose che ci stanno dentro, come fa la teoria delle stringhe. Ma neppure questo deve essere una passeggiata; e lo dimostrano tutti gli studi che vengono fatti in ogni parte del mondo e nessuno ancora è riuscito a cavarci qualcosa di buono da entrambe le teorie. Sembra che la natura ce la metta tutta a deviare il nostro sguardo verso spiegazioni sempre più difficili e ed esotiche piuttosto che indirizzarci verso la verità.
A volte credo davvero che facciamo le cose tanto complicate per niente. Non dico che la natura sia facile e comprensibile completamente con un perfetto modello analitico; dico soltanto che mi pare strano che per descriverla ci sia il bisogno di ricorrere a teorie esotiche e surreali (e complicatissime). Può darsi che la semplicità della natura vada al di là delle nostre possibilità logiche e, se così fosse, gli sforzi di tutti noi scienziati sarebbero irrimediabilmente vani. Ma con questo ricadiamo su questioni metafisiche/filosofiche che non intendo affrontare. Per cui credo che sia meglio continuare a studiare quelle poche cose che sappiamo essere vere. Perché, dopo una certa soglia, la fisica diventa filosofia e la filosofia religione. E poi? Dove andremo a parare?

venerdì 18 gennaio 2008

HDR Experiment

Come dicevo oggi ad Ema, anche se probabilmente lui non mi ha ascoltato, in questi giorni, oltre che scrivere delle righe proibite dei quasars ed AGN, mi sto divertendo con PhotoShop e le sue innumerevoli funzioni. Questa volta vi parlerò di una tecnica, che ultimamente è molto in uso tra i fotografi ed appassionati della fotografia digitale, ovvero l'HDR. HDR sta per High Dynamic Range. Poiché vi sono centinaia di siti dove spiegano in che cosa consiste tale tecnica, io mi limito a dirvi come ho fatto e a mostrarvi il risutalto.
In poche parole bisogna fare varie fotografie per diversi tempi di esposizione, da quelle sottoesposte alle sovraesposte. Poi, entrati in PS, si seleziona la voce "merge to HDR" e si scelgono i files opportuni. Dopo alcuni secondi, oppure minuti a seconda della configurazione hardware del vostro PC, viene creata l'immagine composta. A questo punto abbiamo appena cominciato: infatti l'immagine così ottenuta è in formato 32-bit, mentre le JPEG normali sono 8-bit. Bisogna quindi convertila prima in 16-bit e poi in otto. Durante la conversione da 32 a 16-bit, ci viene chiesto se modificare qualcosa. Noi scegliamo "Local Adaption" e subito compare un effetto "fumetto" regolabile, più o meno come quello per le immagini di New York. In più però adesso ci sono anche altri parametri, tra cui la curva di luminosità dell'immagine. E' possibile modificare tale curva: se è una retta a 45 gradi in pratica l'immagine è neutra, se è una curva, dipende da che curva è. Comunque, fatto questo si clicca "OK" e, dopo qualche secondo (o minuto) abbiamo la nostra immagine a 16-bit. Adesso possiamo finalmente convertirla in 8-bit e, fatto questo, è possibile utilizzare le usuali funzioni di PS oppure salvare direttamente l'immagine nel formato che più ci piace.
Ora vorrete vedere il risultato, scommetto. Bene, eccolo qui.
Però andate su Flickr, visto che ho anche fatto l'upgrade ad account pro e c'è la versione più grande; lì ci sono due foto ottenute con l'HDR: la prima, in cui è raffigurato il canale, è il primo tentativo con questa tecnica, mentre la seconda, raffigurante la Riviera Paleocapa vista dall'aula informatica del Dipartimento di Astronomia, è il secondo tentativo. Sia chiaro, io preferisco le foto orginali, così come escono dalla fotocamera, però mi interessava provare questa cosa. Ah, la terza foto, dove c'è il ponte e la Specola, l'ho fatta usando soltanto il filtro HP. Ditemi che cosa ne pensate.

Nota: mi sembra ovvio che nell'immagine di cui sopra, la foto a sinistra è l'originale con tempo di esposizione normale, mentre quella di destra è il risultato netto.

giovedì 17 gennaio 2008

Una conferenza

Ieri l'altro c'è stata una conferenza al Dipartimento di Fisica di Padova sullo stato dell'arte dello studio della gravitazione e dei suoi sviluppi recenti e futuri. In particolare si voleva trovare la via per rispondere alla domanda: la Relatività Generale (GR) è davvero l'ultima teoria in grado di descrivere perfettamente l'Universo su larga e piccola scala? Ovviamente, come anche vi ho detto io in un paio di occasioni, la risposta a questa domanda è per forza di cose negativa. Tutti infatti sappiamo che per avere una corretta teoria che descriva tutte le scale (da quella di Planck alle dimensioni dei superammassi di galassie) la GR non basta e, per le scale più piccole, occorre una teoria di gravità quantistica che combini assieme gli effetti della GR e della Meccanica Quantistica (QM).
La conferenza di ieri verteva proprio su questo argomento, la gravitazione quantistica; proprio per questo sono stati invitati a parlare due fisici teorici – che io considero tra i migliori del mondo – che propongono due versioni diverse atte a trattare la gravità quantistica. Da un lato c'era Carlo Rovelli, tra i fondatori della loop quantum gravity (LQG) (e a cui io sono abbastanza affezionato per alcune sue idee di cui dopo parlerò), mentre dall'altro Gabriele Veneziano, tra i fondatori della teoria delle stringhe, indiscussa protagonista degli ultimi 20 anni e candidata ad essere la vera Teoria del Tutto (TOE).
Dopo i classici saluti da parte delle autorità accademiche (tra cui il direttore della sezione di Padova dell’INFN, del presidente della SIGRAV e di altri personaggi), ha preso la parola Carlo Rovelli per illustrare nelle basi la LQG. Nella prima parte della sua lezione, Rovelli ha parlato dei due diversi modi di trattare la gravità quantistica: da un lato è possibile mantenere il background, ovvero tenere buona la metrica dello spaziotempo e quantizzare gli oggetti al suo interno, oppure quantizzare direttamente lo spaziotempo. La LQG si basa proprio su quest’ultima ipotesi e per questo viene chiamata background-independent, al contrario della teoria delle stringhe, che è invece del primo tipo, e viene chiamata background-dependent.
Inizialmente esistevano due versioni della gravità quantistica (non-stringhista, se volete), due approcci diversi: un primo si basava sull’assunzione che gli stati quantistici fossero funzioni della metrica e che siano anche invarianti di gauge (ricordate quella storia sulle simmetrie di gauge?). Questo, per una serie di motivi che non ho ben capito, non funziona. Il secondo metodo costituisce un approccio à la Feynman, ovvero mediante il calcolo delle ampiezze di probabilità come prodotto di esse. Ahimè, anche questo no funziona. Un altro approccio, risalente ancora agli inizi del secolo scorso, assumeva una trattazione à la Faraday, ovvero trattava i campi di gauge (ovvero costruiti secondo le invarianze di gauge) come linee di flusso, esattamente quello che valeva per il campo elettrico. Solamente che adesso queste linee erano curve chiuse, ovvero dei loop. Tuttavia anche questo approccio, se applicato alla GR, non portava a particolari risultati. Allora si è pensato di “immergere” questi loop in un reticolo, una griglia (che in inglese si dice lattice). Tuttavia nasceva subito un problema perché se disgraziatamente qualcuno di questi loop veniva distorto, allora non si poteva più integrare (ovvero calcolare le ampiezze) in quanto lo spazio tra i loop diventava irrimediabilmente stretto e l’integrale non ha senso.
Però le cose cambiano se si applicano questi ragionamenti alla GR. Inoltre la cosa interessante è che le intersezioni tra i loop costituiscono proprio i quanti fondamentali di volume.
Poi ha parlato anche di connessioni di spin (spin networks), schiume di spin (spin foams) e altre entità alquanto esotiche che non ho minimamente compreso. Comunque è interessante un’applicazione alla cosmologia, in particolare viene risolto in un modo abbastanza divertente il problema della singolarità iniziale. Ecco come: considerate il classico grafico del parametro di espansione a(t) in funzione proprio del tempo. Nella cosmologia standard non si capisce bene cosa succeda per t tendente a zero, anche se la maniera più ovvia è quella di supporre che anche il parametro a vada a zero. Però non si sa cosa succede. Con la LQG, invece, si sa eccome cosa succede ad a ed è questo: per t = 0, l'Universo ha la sua dimensione minima, data dal quanto di volume rappresentato dal loop. Inoltre, è possibile andare anche al di là dell'asse delle ordinate, vedendo che per tempi negativi il parametro di espansione riprende a crescere, come succede a destra del grafico. Ovviamente ignoro i dettagli matematico-fisici di questa cosa. Però l'ho trovata assai interessante.
L'ultima parte della lezione di Rovelli si è conclusa con un sommario obbligato dei risultati ottenuti in questo campo e ha presentato una serie di pro e contro della LQG, confrontandola con i pro e i contro della teoria delle stringhe. Chiaramente, dal suo punto di vista, Rovelli ha inserito nell'elenco un solo pro per la teoria delle stringhe e il resto erano tutti contro.

L'inverso invece ha fatto Gabriele Veneziano che è partito subito con il Modello Standard (SM) delle particelle elementari, facendo sapere a tutti che esso è descritto da un gruppo non-abeliano SU(3)xSU(2)xU(1). Che vi avevo detto io? Eh? Poi ha passato in rassegna brevemente le quattro interazioni fondamentali e ha spiegato, a grandi linee, perché non possiamo includere la gravitazione nel “classico” SM. Ha detto esattamente quello che scrivevo io qui qualche tempo fa, ovvero ha parlato di teorie rinormalizzabili e non: poiché la teoria gravitazionale è non-rinormalizzabile, essa conduce a quantità infinite nel calcolo perturbativo delle correzioni alle masse delle particelle elementari. Quindi, spinto da queste motivazioni piuttosto forti, ha cominciato ad illustrare brevemente le caratteristiche della teoria delle stringhe, facendo vedere come essa può risolvere molti tra i problemi dello SM. Uno su tutti il fatto che essa unifica tutte e quattro le forze fondamentali pur mantenendo finito il parametro di cut-off (ve ne avevo parlato sommariamente quando discutevamo della SUSY), rimuovendo quindi la divergenza ultravioletta. Inoltre, essa non contiene parametri liberi come invece contiene lo SM: esso infatti, nella sua formulazione moderna, non fornisce alcuna spiegazione per il preciso valore delle masse dei leptoni e dei bosoni; neppure il loro numero (tre generazioni di leptoni e tre di quark) è spiegato. Tutti questi parametri sono presi come assunti e vengono utilizzati a destra e a manca. Ecco perché sono liberi: nello SM manca quella brillante spiegazioni che li terrebbe ancorati alla realtà fisica.
La teoria delle stringhe risolve questi problemi ammettendo, come vi avevo già detto tempo fa, che i valori delle masse e delle altre quantità derivino da particolari modi vibrazionali di queste stringhe fondamentali. Chiaramente ci sono dei problemi a questo proposito; Veneziano si è soffermato soprattutto su due cose: ci sono due particolari modi di vibrazione che danno origine a due particelle alquanto esotiche; la prima ha massa nulla e spin 2 ed è il famoso gravitone. La seconda è una particella di massa nulla e spin altrettanto nullo e viene chiamata dilatone. Nessuna di queste due particelle è stata osservata né direttamente né indirettamente e ci sono forti dubbi che esse non esistano neppure, soprattutto per quanto riguarda il dilatone. Quindi, il buon Gabriele, ha terminato la sua lezione trattando gli sviluppi recenti e futuri nel campo delle stringhe ma anche ponendo seri quesiti sulla validità di tale teoria. E questo mi ha stupito molto – in bene – perché solitamente i teorici che si occupano di stringhe spacciano per TOE la loro teoria, cosa che è ancora ben lontana dall'esserlo, sia per questa che per la LQG, come ha anche sottolineato Rovelli.
Beh, siccome credo di avervi dato fin troppe informazioni, rimando al prossimo post il perché la LQG si avvicina in modo straordinario alle considerazioni che facevamo tempo fa io ed Ema e quindi perché mi sta simpatica.

mercoledì 16 gennaio 2008

PS Games

In questi giorni ho cominciato ad usare quel gran programma di Photoshop CS2 (d'ora in avanti PS). Ovviamente non so minimamente come ritoccare un'immagine, né usare in modo disinvolto le sue funzioni. Però sono riuscito a fare quello che mi ero ripromesso. Infatti gironzolando su Flickr, ho notato che molta gente usa PS per i scopi più disparati. Tra quelli che mi hanno colpito, la possibilità di regolare l'inclinazione nei tre assi delle immagini; in poche parole, se scattate una foto ad un palazzo, villa o che so io, la prospettiva gioca un ruolo a dir poco fondamentale. Essendo voi alla base dell'edificio, nella foto esso verrà come “stirato” apparendo più stretto man mano che si procede verso la sua sommità. E questo, alcune volte, non è bello perché vorremmo tanto fotografarlo “di faccia”. Ecco che PS ci viene in soccorso: apriamo l'immagine, andiamo su “Filters”, scegliamo “Distort” e poi “Lens Correction”. Subito si apre una finestra con l'immagine e sovrapposta ad essa una griglia; sulla destra, un'altra finestra ci informa delle modifiche che si possono apportare al filtro. Quelle che interessano a noi sono le “vertical” e “horizontal perspective”, ma anche l'angolo di rotazione non è da sottovalutare. Adesso possiamo regolare il tutto in modo che le linee guida nell'immagine siano perfettamente (o quasi) parallele a quelle della griglia. Io ho provato questa funzione su un'immagine scattata l'anno scorso a Princeton (quella in foto è la biblioteca dell'Università) ed ecco il risultato:
Foto di destra: immagine originale. Foto di sinistra: immagine corretta con PS.


Si notano subito le differenze. Salta all'occhio la correzione soprattutto se guardiamo la torre di sinistra per le due immagini: in quella originale essa è palesemente inclinata verso destra (si confronti la sua pendenza con il bordo stesso dell'immagine), mentre dopo la correzione essa è quasi verticale. Ovviamente, essendo un programma di fotoritocco, non avremo mai un perfetto allineamento, per quanto precisi possiamo essere. Scattare la foto già allineata di suo sarebbe di gran lunga la cosa migliore.
Ma non è tutto. Sempre su Flickr, ho scoperto che, tra gli altri, esiste un filtro chiamato “High Passing” che produce un effetto “fumettato” sulle immagini. Chiaramente non potevo non provarlo. Per farlo si va su “Filters”, poi “Other” e “High Passing”. Anche qui ci si apre un piccolo pannello dove possiamo regolare l'intensità del filtro, aumentando o diminuendo l'effetto. Il risultato è quello di seguito.

Qui, oltre che aver applicato il filtro HP, ho cercato di rendere migliore la prospettiva usando il trucco precedente.
Beh, che dite? E' naturale che per usare bene PS ci vorrebbe 1) un fotografo professionista che ti insegni, 2) parecchio tempo libero e 3) la possibilità di lavorare direttamente sulle immagini in formato RAW (per intenderci, quelle originali che scatta la fotocamera che poi, durante la digitalizzazione, vengono convertite in JPEG) per avere ancora più flessibilità nelle modifiche. Chiaramente ci vorrebbe anche una bella relfex digitale (i miei pensieri vanno soprattutto alle Canon EOS 400D, 350D, e 40D (le altre costano troppo), Nikon 40D, 80D) che abbia essa stessa delle valide opzioni di scatto.
Io, non essendo in possesso di nessuna di queste caratteristiche, devo fare uso dei piccoli mezzi che ho (piccoli in tutti i sensi) a disposizione, della mia capacità di auto-apprendere e del pochissimo tempo libero. Ah, mi mancano anche le RAW. Però piano piano vorrei riuscire a capirne qualcosa di questo mondo, ed ecco perché già da domani inizierò ad usare la vecchia Minolta XG-M rimasta a lungo inutilizzata dopo l'avvento dell'era digitale. E' una macchina a pellicola da professionisti e corredata ad essa ci sono molti accessori; ad esempio ho: un grandangolo 35 mm, un teleobiettivo 135 mm e un altro obiettivo da 35 mm ma normale (cioè non grandangolo), vari flash, motore per scatti in sequenza (non chiedetemi quanti ne fa perché non l'ho mai provato), esposimetro, cavalletto, filtri vari e chi più ne ha più ne metta. Insomma, basta comprare una quantità industriale di rullini e via alla sperimentazione.
Però dovrei studiare. E dovrei allenare la squadra di pallacanestro. E andare alle loro partite. E a quelle di altre due squadre. E poi dovrei fare le ripetizioni con il comune. E seguire i corsi. Tra cui quello di laboratorio. Capite che non mi resta molto tempo. Comunque se ho novità vi faccio sapere. Intanto date un'occhiata alla mia pagina su Flickr perché in questi giorni ho aggiunto delle vecchie foto della Spagna che ho ritagliato a dovere.
Bella, sono fuori.

sabato 12 gennaio 2008

Italian shit

Diavolo, ma da quanto non parliamo di un po' di rap? Da un sacco scommetto. Quindi oggi è la vostra giornata fortunata, soprattutto se volete sapere qualcosa dell'hip hop italiano che non si sente in radio come quello americano. Ovviamente ve lo racconterò dal mio punto di vista.
Tutto comincia nel lontano 1996, quando sono in prima liceo; durante la gita scolastica di 4 giorni in quel di Feltre, un tizio di un'altra classe sfoggia un CD degli Articolo 31, che proprio in quell'anno pubblicano quello che secondo me è il loro miglior album di sempre, ovvero Così Com'è. La canzone che fa subito il giro di radio e tv è chiaramente Tranqi Funky. Tuttavia ce ne sono delle altre alquanto notevoli. Ricordo infatti con piacere le divertenti Latin Lover, Il Funkytarro, Con Le Buone, L'Impresa Eccezionale e Così E Cosà. Cupe invece sono Tocca A Me e Fatti Un Giro. Cattivissimi i brani Non C'è Rimedio e Così Com'è.
Nel 1997, poi, se ne vengono fuori i SottoTono con la bellissima Dimmi Di Sbagliato Che C'è (quella che pubblicano è la versione remix). Sempre in quegli anni, con la scusa che nasce MTV Italia, io sono sempre attaccato alla tv e radio e mi innamoro della spettacolare Quelli Che Ben Pensano di Frankie Hi-NRG MC. Un amico mi presta l'album e non posso che amare la bellissima Fili (peccato che in questo video c'è il tizio con la batteria che non c'entra nulla).
Dopo Frankie è già il 1998 ed esce l'album nuovo degli Articolo 31, Nessuno. Il singolo di punta è La Fidanzata. Pubblicano anche La Rinascita. Io, per come mi sentivo in quegli anni, preferisco la dolce Aria. Però mi colpicono molto anche Non C'è Sveglia e Buon Sangue Non Mente. Sempre in quell'anno esce l'ultimo album hip hop di Neffa, ovvero 107 Elementi. Bellissimi pezzi, davvero un album ben fatto. Il singolo trasciante è Non Tradire Mai. Gran pei pezzi inoltre sono Tutto Può Succedere, Suona Ancora, Navigherò La Notte, Vento Freddo e senz'altro Nella Luce Delle Sei Remix.
Passano due anni e arriviamo al 2000 con l'uscita del nuovo album degli Articolo 31, Xché Sì! La canzone che lancia l'album è Senza Regole e subito dopo viene pubblicata Guapa Loca. Già in questo album si sente che l'aria sta cambiando: alcuni brani infatti sono molto poco rap e molto rock.
Così, devono trascorrere tre anni prima che compri altri album di rap italiano. Nell'estate del 2003 trovo in una edicola il mensile Groove che contiene un cd con alcuni brani. In particolare mi attizano gli ultimi due perché di italiani, che non avevo mai sentito. Uno è dei La Crème, mentre l'altro è di Stokka & MadBuddy. Le canzoni in questione sono Popolo Di Sordi e Palermo Centrale. E così quell'anno se ne esce una trasmissione su Radio Italia Network in cui, ogni giorno per un paio d'ore al pomeriggio, pompano 4/4 con violenza inaudita, con un occhio di riguardo alla scena uderground italiana. Così, meglio tardi che mai, sento un brano di Bassi Maestro, Cosa Succede?! con la collaborazione di Supa. Immediatamente compro l'album dal sito di Vibrarecords e, ragazzi, da allora non ho più potuto farne a meno. Perché oltre alla canzone ch facevano sentire alla radio, ce ne sono molte altre (in pratica tutte) che valgono tanto oro quanto pesano. In particolare mi è cara Giorni Matti, con quel giro di piano che ti entra in testa senza uscirne. Spettacolare. Ma forse è meglio dedicare un post solo a Bux.

martedì 8 gennaio 2008

Si ricomincia

Martedì 8 gennaio 2008 si riprende la vita normale con i soliti mille allenamenti al giorno di minibasket, le quaranta ore settimanali di ripetizioni e i migliaia articoli da leggere per quella maledetta tesina. Vi informo che non so più che scrivere e sono abbastanza disperato perché sono appena 19 pagine e il prof non credo che sia completamente d'accordo. Si accettano consigli su cosa scrivere. 
Riprende soprattutto la frenetica navigazione in rete, che durante i giorni di vacanza si era un po' indebolita. E riprende con rinnovato vigore, dal momento che subito mi casca l'occhio su questo articolo sul Corriere, firmato Carlo Rubbia. Consiglio ai cari amici-non fisici di darci una letta, ma anche a tutti gli altri.
Inoltre vorrei focalizzare la vostra attenzione su un altra paginetta web, ovvero questa, dove sono riassunte le dieci teorie cosmologiche più strane. Colpisce soprattutto la decima: quella che, nonostante tutto, io sostengo da tempo. 
Poi, last but not least, domenica è stata presentata la nuova Ferrari F2008. "La Ferrari che sorride", l'hanno chiamata. "Questa è la Ferrari più bella di sempre", ha aggiunto il boss Monty. In effetti è davvero bella. Ma, come ci ricorda il grande Enzo, una macchina è bella se vince. Ieri, poi, test in pista di Raikonnen che sfoggia il meritatissimo numero 1 sul cofano della sua monoposto. E per farlo apposta ieri è stata anche presentata la nuova McLaren MP4-23. E credo che quest'anno, con Alonso di nuovo alla Renault, ne vedremo delle belle. Penso proprio che sarà un stagione 2008 entusiasmante.
Ma adesso riprendo la mia tesina, scusatemi.

PS: con che carattere vi vengono visualizzati i post? Io li ho scritti con Lucida Grande, però ho notato che da certe parti viene visualizzato il Times New Roman, e da altre il classico Verdana. E' così, giusto per sapere.

domenica 6 gennaio 2008

First of 2008

Bene. Primo post dell'anno. Chissà come sarà l'ultimo. Soprattutto: ci sarà un ultimo post? Chi vivrà vedrà, dicono.
Intanto, un illustre amico e collega molla il suo blog, scrivendo quello che probabilmente, anche se noi non ce lo auguriamo, sarà l'ultimo post. Arrivederci Filippo e buona fortuna.
Nel frattempo, sono tornato da dove ero andato qualche giorno fa, ovvero dalla montagna. Del mio Capodanno, o meglio ultimo dell'anno, non c'è molto da dire: ho lavorato alla vecchia Pizzeria sia il 31 che l'1, anche se non c'era molta gente. Al solito, io penso che le feste di Natale e Capodanno siano una noia mortale e questo per una serie di motivi che non sto qui a dire.
Dei giorni seguenti, beh, anche qui non c'è molto da dire: quattro giorni in montagna e solo ieri e ieri l'altro ha nevicato, lasciando finalmente le montagne e i boschi circostanti imbiancati. In fin dei conti, un bel panorama. Qualche foto la trovate al solito indirizzo.
Oggi è il sei di gennaio, ovvero l'Epifania, ovvero la Befana. Quindi auguri a tutte le Befane e mi raccomando lavarsi bene i denti dopo aver mangiato tutte quelle caramelle.