Siamo vicino al Centre Pompidou, il museo d'arte moderna. E' ora di pranzo e non sappiamo dove andare a mangiare. Siamo io, Gio e Jack, e decidiamo di farci una pizza da Pizza Hut. Si aggiungono alla compagnia la Chiara S., la Nicole e forse qualcun'altra. Ordiniamo l'ordinabile ma prima di metterci sulle pietanze pensiamo bene di fare una capatina in bagno per lavarci le mani. Siamo io e Jack. Il bagno del Pizza Hut è piuttosto grande ma, ahimè, non esce acqua dai rubinetti; ne esce solamente un filo da un rubinetto. Jack è in bagno. Io impreco il giusto e metto le mani sotto quell'unico filo d'acqua. Mi ci vorrà mezza giornata per lavarmi le mani, penso, e la pizza si sarà anche raffreddata nel frattempo, merda. Jack esce e gli spiego la situazione. Lui ci pensa su un po' mentre guarda gli sforzi che sto facendo io.
"Ghesboro" dice.
Riapre la porta del bagno, tira lo sciacquone e mette le mani nel WC, lavandosele. Io lo guardo sbigottito. Lui esce, mi guarda che sto ancora con le mani sotto il rubinetto.
"Ghesboro" dice. E se ne va. Da quel momento lo abbiamo soprannominato "Il Peggiore". Che personaggio. Spero che non ti sia offeso Jack, ma sei davvero un grande.
Altri episodi particolari di Parigi non me ne vengono in mente, a parte quella volta che noi tre si stava in camera da soli e ci viene in mente di chiamare un po' di ragazze per festeggiare. Jack, che è quello più vicino al telefono, chiama e le nostre care compagne ci rispondono qualcosa come "non abbiamo voglia" oppure "vedremo". Io mi incazzo e dico che sono sempre le solite stronze e mi metto le cuffie che mi sparano il cd dei Limp Bizkit appena comperato. Dopo qualche minuto bussano alla porta. Noi, delusi, nel frattempo avevamo spento luci e chiuso a chiave. Quando bussano, diciamo a Jack, che è anche il più vicino alla porta, di sentire chi è. E' buio e non si vede un tubo. Jack inciampa, impreca piuttosto violentemente e dall'altra parte della porta si sentono le risatine delle care compagne. Finalmente Jack riesce ad aprire ed entrano queste. L'atmosfera è abbastanza svaccata, al solito. Noi tre non parliamo, loro non si siedono nemmeno, e dopo poco se ne vanno. Noi imprechiamo e Jack chiude porta e luci, poi dice:
"Ghesboro, adesso stacco anche il telefono, così domani mattina non ci rompono i coglioni", e stacca il telefono. Vi ricordo che il telefono, oltre a servire per chiamare le altre stanze, era la nostra sveglia: dalla reception lo facevano suonare volutamente alle otto della mattina.
"Bella Jack", diciamo. E ci mettiamo a dormire, piuttosto adirati con nessuno in particolare. La mattina, non so a che ora, sentiamo bussare alla porta.
"Jack, senti chi cazzo è" diciamo io e Gio.
"Ghesboro" ci risponde e apre la porta. C'è il prof di italiano.
"Ragazzi, la colazione è pronta. Vi stiamo aspettando. Fate in fretta. Ma perché non avete sentito il telefono?" chiede.
"E' rotto" risponde svogliatamente Jack. "Arriviamo" e chiude a chiave la porta.
"Chi era?" chiedo.
"Zane. Ributtiamoci pure a dormire", ci consiglia.
Quindi ci rimettiamo sotto le coperte. Passa così qualche quarto d'ora di troppo e, nuovamente, sentiamo bussare alla porta. Questa volta però le pacche sono molto violente e una voce fin troppo familiare si fa sentire al di là della porta: è la prof di francese che ci sveglia con i più brutti insulti, partendo da "imbecilli", passando per "irresponsabili" fino ad arrivare a "coglioni". "Ragazzi" dice Jack, "forse è meglio se adesso ci alziamo".
"Ghesboro" rispondiamo io e Gio. Quella sera abbiamo il treno per Mestre.
2 commenti:
beh dai quella della sveglia non me la ricordavo con cosi tanti particolari, bella Myk!!
quanto ci siamo diverti quella volta a parigi???
Le compagne di classe del liceo sono proprio insopportabili.
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