mercoledì 16 dicembre 2009

Sul concetto di "bellezza" in fotografia

A parte il fatto che io voglio assolutamente una scimmia (e mi sa che non sono l’unico), volevo riprendere quel discorso sul “fotografabile”. So che non vi interessa, ma chissene: il blog è mio e ci scrivo quello che mi pare.
Dopo un lungo discorso, prevalentemente privo di senso alcuno, sono arrivato a concludere che è possibile associare il concetto di “fotografabile” alla personalità del fotografo. Questo, pensandoci, è fin troppo naturale, se si intende, come ho fatto, che il “fotografabile” sia soggettivo.
Poi, nei commenti al post, è uscito che in ogni fotografia c’è la rappresentazione della realtà così come uno la vede.
Adesso vorrei parlare di quando diciamo “ah, che bella questa foto!”, ovvero della bellezza che noi attribuiamo ad uno scatto. In questi giorni ho avuto l’opportunità di riflettere un po’ su tali argomenti e tutto è scaturito dal fatto che nel forum che frequento sono state postate delle foto che sinceramente non mi dicevano assolutamente niente(*). Naturalmente, per non creare scompiglio nel forum, non ho detto che le foto non mi piacevano - a dire la verità era soltanto una quella che non mi piaceva per niente - e ho tenuto per me le riflessioni che sto per fare. L’episodio è poi proseguito con dei commenti da parte di altri utenti i quali elogiavano (e tanto) questi scatti. Così, dopo aver letto questi commenti, ed aver assistito ad altri episodi del genere, ho riflettuto.
Mi sono detto: allora tu non capisci proprio niente! Beh, per alcuni questo può sembrare senz’altro vero e in effetti costoro non hanno tutti i torti. Ma io sono arrivato ad una conclusione diversa: pensare (e dire) “che bella foto!” è un insieme di cose. La foto può piacere per i colori, per come è stata composta l’inquadratura, per come è stata gestita la luce, per il punto di ripresa o per altri fattori. Quindi, anche a causa della distorsione professionale, io dico che bisogna scomporre quel “che bella” nelle sue componenti.
E’ un po’ come quando si mandano delle foto ad un concorso e la giuria le vota. E’ chiaro che una foto può piacere ad un giurato mentre ad un altro la stessa foto fa schifo. Chi ha ragione? Se il sistema di giudizio di una foto venisse fatto unicamente in base al facebookiano “mi piace”, non se ne verrebbe fuori. Quindi devono esistere per forza dei criteri di giudizio, criteri certamente sia artistici che tecnici; quelli tecnici magari sono più oggettivi (metti che la foto è palesemente sovraesposta, ad esempio) mentre quelli artistici vanno in base alle sensazioni del giurato. Tuttavia, anche facendo intervenire quel meccanismo di scomposizione che ho sopra menzionato, non penso possa esistere un giudizio completamente oggettivo.
Faccio un esempio calzante. Voglio fare il dottorato ad Astronomia a Padova ma ho scritto una tesi di cosmologia teorica. Per come stanno le cose, coloro che hanno una tesi osservativa sono in molti casi facilitati nel partecipare al dottorato, mentre io sarei penalizzato dal fatto che la commissione è prettamente composta da osservativi(**). Così, io posso mandare delle foto di paesaggio ad un concorso, ma se i membri della giuria sono degli specializzati in ritratto, è ovvio che chi invia foto di ritratti è più avvantaggiato rispetto al paesaggista.
Inoltre, anche se la giuria fosse interamente composta da paesaggisti, non è detto che la mia foto venga selezionata o premiata. Perché? E qui ritorniamo al discorso iniziale sul rapporto tra “fotografabile” e fotografo. Ognuno ha una concezione diversa del “fotografabile” e ognuno ha un modo suo di interpretare una foto, anche le più banali. Quindi, lasciando fuori dal discorso il giudizio tecnico, è naturale arrivare alla conclusione che dire “ma che bella questa foto!” non ha senso.


(*) Non chiedetemi di farvi vedere queste foto perché non potrei: per il semplice motivo che per poter vedere le foto del forum bisogna essere registrati!
(**) Non voglio creare o alimentare polemiche. Rispetto il lavoro di tutti.

martedì 8 dicembre 2009

Dedica a Venezia

Sì certo, noi da queste parti non abbiamo le scogliere dell’Irlanda o del Portogallo; non abbiamo le verdi colline e i laghi della Scozia; non abbiamo le Montagne Rocciose del Canada occidentale né gli infiniti spazi aperti dei parchi statunitensi; non abbiamo i deserti dell’Africa e le foreste pluviali del Brasile; non abbiamo i geyser dell’Islanda e i ghiacci della Groenlandia.

Noi qui abbiamo Venezia, affollata di turisti, trasformata ahimè in un parco di divertimenti. Ma lontano dalle luci, lontano dai turisti, da solo, mi sono ritrovato a contemplare un tramonto meraviglioso. La luce rosata della sera, appena dopo che il sole è sceso sotto l'orizzonte, ha tinto di rosa la nostra Venezia. Questo è uno scatto dedicato a chi Venezia la ama. A chi sa che, sebbene fotografata migliaia di volte al giorno, questa città sa ancora emozionare. Questo è uno scatto dedicato a Venezia. Che non mi stancherò mai di fotografare.



Venezia in rosa

venerdì 4 dicembre 2009

Usa E Getta - NEW SHIT!!!

Eccoci qui. Finalmente un nuovo pezzo. Questa volta è proprio tutto nuovo. Lasciate che vi spieghi.
Prima cosa la base. Sono piuttosto contento di come è venuta, è una delle basi più complicate che abbia mai fatto. In totale sono 15 tracce, una per ogni strumento. Solo per la batteria ce ne sono 5. Poi c’è anche da dire che la batteria l’ho cambiata in corsa, in quanto mi sono arrivati giusto l’altro giorno diversi gigabytes di suoni, soprattutto nuove drum machines molto grasse. Ma la novità principale sta nel fatto che ho scoperto diverse funzionalità di questo splendido Garageband. La prima è che si possono allineare le note quando si suona, così non c’è pericolo di andare fuori tempo. Questo è molto comodo per la batteria, come si può facilmente immaginare. Poi ho modificato praticamente tutti gli strumenti di base usando tutte le regolazioni possibili: ci sono moltissimi sintetizzatori personalizzabili con dei suoni grassissimi (non sono il Mini Moog, ma gli assomigliano), filtri illimitati e un sacco di cose che non saprei neanche descrivere.
Lo stile del beat è una base tipica del westcoast-gangsta-rap, per intenderci quelle che fa Dr. Dre. Ci sono state delle difficoltà piuttosto antipatiche scaturite dal fatto che non ho una tastiera MIDI e quindi ho dovuto creare tracce diverse per ottave diverse. Ma alla fine penso sia venuta carina. Comunque questo è solo un primo passo: con le nuove so-so fat drums e i nuovi synth, i beat grassi suoneranno veramente... grassi.

Anche per quanto riguarda la parte di voce ci sono novità. Nel ritornello (il punto debole del pezzo, una vera schifezza) ho messo un paio di effetti di modulazione di voce, uniti ad un’altra traccia con una frequenza diversa ma a basso volume. Probabilmente vi farà schifo. Ma a me no.
Il testo... beh... ascoltate!

L’ultima novità riguarda l’upload: l’ho messa sul mio sito a questo indirizzo. Sì, il file è uno zip perché contiene il pezzo completo e la versione strumentale. Qui però ho un commento da fare: purtroppo non capisco il perché ma la qualità è leggermente inferiore a quella originale. Soprattutto del basso che sembra che distorce. Vi posso assicurare che non è così. E sì che l’ho mixata usando la massima qualità. Anzi, anche qui c’è una novità. Le altre volte esportavo tutto direttamente in mp3 e i file erano di circa 3/4 Mb. Sta volta ho esportato senza compressione e poi ho convertito in mp3, ottenendo file di 7 Mb. Eppure qualcosa tende a tagliare le frequenze più basse.

Boh. In ogni caso Deezzle è di nuovo nella casa.

martedì 1 dicembre 2009

Fotografica 2009

Dunque, credo che l’altro blog non lo aggiornerò più. Già faccio fatica con questo, figurarsi averne due.

Sabato mattina mi sono alzato alle 6 (saranno stati otto anni che non mi svegliavo così presto il sabato), ho preso un Eurostar e sono andato a Milano. C’era Fotografica 2009: una serie di iniziative sponsorizzate da Canon che riguardavano in primis la fotografia ma anche qualcosa di video. Quindi c’erano diverse cose interessanti da vedere: oltre a qualche mostra, c’erano seminari, workshop, lezioni didattiche, letture di portfolio e altre cose. Tra le quali, uno spazio - l’Info Point - dedicato alla prova di attrezzatura Canon (praticamente disponibile tutto il catalogo delle macchine reflex e obiettivi, perfino l’800mm) e una sala dove ogni due ore si svolgeva una lezione tecnica da parte di un fotografo e prove sul campo di foto shooting. Lasciando un documento si poteva provare tutta l’attrezzatura che si voleva: bastava inserire la propria scheda di memoria sul corpo macchina scelto e via a scattare.
Nell’Info Point, come ho detto, si potevano provare tutto il parco ottiche e macchine. Non potevo non approfittarne, quindi ho provato sulla mia vecchia 350D le seguenti ottiche:
Dei tre, quello che mi ha impressionato maggiormente è stato il primo: uno stabilizzatore straordinario mi ha permesso di scattare a mano libera a 1/50 di secondo senza problemi. Straordinario. E poi la qualità dell’ottica è veramente impareggiabile. Il prezzo però potrebbe essere un problema: viene sui 1000€ (1200€ di listino).
Poi ho potuto provare la nuova EOS 1D Mark IV, che è stata presentata qualche settimana fa ma non è ancora in vendita. Il prezzo dovrebbe aggirarsi attorno ai 4500/5000€ e purtroppo non mi hanno permesso di inserire la mia scheda. L’obiettivo davanti era un EF 24-105mm f/4 L IS USM. Questa macchina è sensazionale perché è la top di gamma per quanto riguarda la raffica: riesci infatti a scattare 10 foto al secondo alla massima qualità. Una vera mitraglia. Incredibile la sensazione di averla in mano e sentire questo mostro sparare all’impazzata. In ogni caso ha anche un nuovo sistema AF, mi sembra con 45 punti di messa a fuoco.

Poi mi sono spostato nell’area shooting. Avevo in mente di farmi dare una 1Ds Mark III (per la cronaca, 8000€ solo il corpo macchina) o in alternativa una 5D Mark II. Purtroppo non ne avevano disponibili, così ho optato per la nuova 7D (che sono comunque 1800€) con un 24-105mm (quello di prima). Tuttavia, dopo qualche scatto, questa lente non mia particolarmente colpito (e si che siamo sui 1000€) e l’ho cambiata con il mio preferito: il 100mm f/2.8L Macro (quello di prima). Anche perché sapevo che poi sarebbe entrata una modella, quindi un bel fisso con una apertura decente era quello che faceva al caso mio. Ricapitolando, al momento dello scatto avevo per le mani circa 3000€ di roba. Fortunatamente non mi è caduto niente.
L’impressione che ho avuto della 7D (sensore APS-C da 18 megapixel) è di una macchina estremamente valida. Raffica veloce (siamo sulle 8 foto al secondo), AF estremamente preciso (è un nuovo sistema AF che monteranno tutte le altre EOS in futuro), costruzione robusta e, la cosa che mi ha impressionato di più, una facilità d’uso impressionante. Certo, a uno come me, abituato ai comandi sempliciotti della 350D, ci è voluto un po’ per capire come regolare le impostazioni di base. Ma una volta capito questo, tutti i pulsanti più importanti sono a portata di mano e non serve neanche togliere l’occhio dal mirino per poter cambiare le impostazioni di scatto.
Di contro, il sensore così denso di pixel (le dimensioni totali del sensore sono uguali a quelle del mio CMOS da 8 megapixel), richiede una qualità superiore delle lenti. I difetti, come ad esempio aberrazioni cromatiche, vengono amplificati in quanto prendono molti più pixel e quindi sono più visibili nelle foto. Ecco perché si raccomanda l’uso di lenti di serie L per questo genere di macchine.
Un altro difetto può essere quello della dimensione dei file: su una scheda da 2 GB ci stanno poco meno di 80 foto. I file RAW a dimensione massima (14 bit) occupano circa 22/23 MB ciascuno. Quindi serve molto spazio e molte schede (oppure schede molto capienti).
Ma le dimensioni elevate dei file sfornati dalla 7D trovano giustificazione nella qualità: la risoluzione elevata permette di ritagliare la foto praticamente senza perdita di dettaglio. Inoltre, il doppio processore Digic 4 fa sì che il rumore sia assolutamente contenuto fino a ISO 1600, il che non è da poco. Io ho usato la sensibilità tra ISO 400 e ISO 640 e devo dire che la pulizia dei file è straordinaria, come non mi sarei aspettato da un sensore così denso.

In finale, penso che la 7D - criticatissima, non so perché - sia veramente una grande macchina. Un deciso passo in avanti per quanto riguarda la tecnologia utilizzata (se andate a vedervi le specifiche tecniche qui, c’è un elenco che non finisce più) ad un prezzo competitivo, visto che con una buona offerta la si può portare a casa anche per 1600€.

Tuttavia, se dovessi scegliere una DSLR oggi, e avessi il budget sufficiente, sceglierei senza ombra di dubbio la 5D Mark II: è una full-frame (cioè il sensore corrisponde al 35mm della pellicola) da 21 megapixel, ma le dimensioni maggiori del sensore garantiscono una densità sufficientemente bassa da poter essere utilizzato tranquillamente fino a ISO 3200. Il corredo che mi farei? Datemi almeno 10 mila euro e vengo a casa con:

5D Mark II
EF 100mm f/2.8 L IS USM Macro
e magari anche un bel cecentrabile come il TS-E 17mm f/4 L che non sbaglia mai.
Ma ahimè, tutto questo è e rimarrà un sogno.

Ecco le foto.