Dal momento in cui nel post scorso avevo anticipato un altro post su Chicco, ebbene, il buon Filippo mi ha risparmiato la fatica scrivendo questo. Applausi per Chicco.
Come seconda cosa volevo dire essenzialmente che non ho molto tempo per scrivere adesso perché fra poco comincia la lezione (ovviamente di Chicco) e io non me la posso perdere.
Comunque l'altro giorno ho dovuto prendere il bus e questo è un fatto abbastanza strano perché solitamente io vado in treno oppure in Ciao oppure in auto oppure in bici oppure a piedi ma mai, mai, avrei pensato di dover, un giorno, prendere l'autobus. Fatto sta che l'ho preso. Ovviamente era stracolmo di gente per cui non ho trovato nessun posto per sedermi. Per fortuna che avrei dovuto scendere di lì a 10 minuti. Di fianco a me, non ricordo se a sinistra o a destra, c'era un gruppo di tre ragazze sui 18 anni che discutevano animatamente di cose fondamentalmente stupide e inutili e facevano di tanto in tanto risatine di circostanza abbastanza fastidiose. Alle mie spalle c'era un uomo, anche se non ne sono pienamente sicuro dal momento che, pressato com'ero, non sono riuscito a girarmi. Finalmente arriva la mia fermata e mi faccio largo tra la folla per guadagnare l'uscita. Con una fatica ed uno sforzo non indifferenti riesco nel mio intento e, una volta sulla strada, bacio con fare conquistatore il marciapiede. Proseguo dunque per la via che mi avrebbe portato a destinazione, ovvero alla bottega del falegname.
Il falegname mi accoglie in modo molto amichevole, dandomi delle forti pacche sulla schiena e offrendomi vino rosso e soppressa. Dopo una chiaccherata di qualche minuto, mi mostra il pezzo di legno che ha confezionato apposta per me e dice:
- Sono trentacinque euri.
- Innanzitutto si dice "euro", anche al plurale e poi mi sembrano un po' troppi per questo mobiletto.
- Ascolta -, mi ammonisce lui, - chi è che ha lavorato per farti sto mobiletto?
- Beh, lei...
- Appunto. Quindi sono trentacinque euri. E io dico quel cazzo che voglio, capito? -, conclude.
- Ok - rispondo. E faccio per estrarre il portafoglio quando noto che nella tasca di fianco non c'è più il cellulare.
- Merda -, dico.
- Cosa c'è? - mi chiede l'uomo. - C'entro qualcosa io?
- No, no, è che non trovo il cellulare. Non è che me l'ha fregato lei? - gli chiedo puntandogli il dito in faccia.
- Ma sei matto?! Dammi i miei soldi, prenditi sto mobiletto e sparisci. Boia deh.
- Cazzo di livornese... - borbotto. Per fortuna non mi ha sentito.
Così, pago, prendo la mia roba ed esco. Senza cellulare.
Come seconda cosa volevo dire essenzialmente che non ho molto tempo per scrivere adesso perché fra poco comincia la lezione (ovviamente di Chicco) e io non me la posso perdere.
Comunque l'altro giorno ho dovuto prendere il bus e questo è un fatto abbastanza strano perché solitamente io vado in treno oppure in Ciao oppure in auto oppure in bici oppure a piedi ma mai, mai, avrei pensato di dover, un giorno, prendere l'autobus. Fatto sta che l'ho preso. Ovviamente era stracolmo di gente per cui non ho trovato nessun posto per sedermi. Per fortuna che avrei dovuto scendere di lì a 10 minuti. Di fianco a me, non ricordo se a sinistra o a destra, c'era un gruppo di tre ragazze sui 18 anni che discutevano animatamente di cose fondamentalmente stupide e inutili e facevano di tanto in tanto risatine di circostanza abbastanza fastidiose. Alle mie spalle c'era un uomo, anche se non ne sono pienamente sicuro dal momento che, pressato com'ero, non sono riuscito a girarmi. Finalmente arriva la mia fermata e mi faccio largo tra la folla per guadagnare l'uscita. Con una fatica ed uno sforzo non indifferenti riesco nel mio intento e, una volta sulla strada, bacio con fare conquistatore il marciapiede. Proseguo dunque per la via che mi avrebbe portato a destinazione, ovvero alla bottega del falegname.
Il falegname mi accoglie in modo molto amichevole, dandomi delle forti pacche sulla schiena e offrendomi vino rosso e soppressa. Dopo una chiaccherata di qualche minuto, mi mostra il pezzo di legno che ha confezionato apposta per me e dice:
- Sono trentacinque euri.
- Innanzitutto si dice "euro", anche al plurale e poi mi sembrano un po' troppi per questo mobiletto.
- Ascolta -, mi ammonisce lui, - chi è che ha lavorato per farti sto mobiletto?
- Beh, lei...
- Appunto. Quindi sono trentacinque euri. E io dico quel cazzo che voglio, capito? -, conclude.
- Ok - rispondo. E faccio per estrarre il portafoglio quando noto che nella tasca di fianco non c'è più il cellulare.
- Merda -, dico.
- Cosa c'è? - mi chiede l'uomo. - C'entro qualcosa io?
- No, no, è che non trovo il cellulare. Non è che me l'ha fregato lei? - gli chiedo puntandogli il dito in faccia.
- Ma sei matto?! Dammi i miei soldi, prenditi sto mobiletto e sparisci. Boia deh.
- Cazzo di livornese... - borbotto. Per fortuna non mi ha sentito.
Così, pago, prendo la mia roba ed esco. Senza cellulare.
12 commenti:
boia, deh... a li'orno nn si dice miha euri.
C'è poco da fare, sei sempre il migliore MykDee. Ma se il falegname è un grande amico, tanto che ti offre soppressa e vino rosso- perché non ti ha fatto uno sconticino?
@Gio: questa è una buona domanda, ma ti saprò rispondere nel prossimo post.
@Sushi: i tizi del Nido del Cuculo ogni tanto dicono euri. Quindi la domanda si sposta nella: come si dice?
Anch'io ho sentito il nido del cuculo dire euri. Comunque volevo dire un altra cosa: secondo me mai e poi mai i livornesi offrirebbero mai soppressa. La soppressa è una cosa troppo nostra, e nelle altre parti d'Italia tende a non essere apprezzata.
Secondo me si dice euro, e la soppressa è buona....sui livornesi e toscani in generale non mi esprimo....
si dice euro, sulle banconote 'plurali' tipo 10 20 euro c'è scritto esplicitamente euro.
a suo tempo il direttore della banca centrale europea affermò di aver scelto euro perchè si potesse chiamare allo stesso modo in tutti i paesi in cui entrò in uso. infatti si chiama euro (anche al plurale) in tutti i paesi europei.
Certo che si dice euro. L'ho scritto tanto per ridere. Ma visto che una banale scritta sta creando tanto scalpore, allora adesso la tolgo, ve bene? Diavolo, non si può neanche scherzare.
Si scherzava anche noi....come direbbe il vecchio sushi.
cmq in ogni caso i toscani sono i migliori, hanno un dialetto troppo serio....
Opinabile.....
sardi...
cmq credo che in spagna il plurale sia euros.
e in finlandia "Eurot"
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