lunedì 30 giugno 2008

Altre considerazioni

Oggi, mentre ero in treno sul tratto Padova-Mestre, confortato da una gradevole temperatura - di sicuro sotto i 25 gradi -, stavo facendo qualche considerazione a proposito degli avvenimenti degli ultimi due giorni. Oddio, non sono proprio avvenimenti, quanto piuttosto a vecchi incontri. Persone che era una vita che non sentivo si sono fatte vive, le ho incontrate in rete e in stazione, persone che se ci ripenso adesso sembrava le avessi dimenticate.
Una sensazione molto strana. E' come se mi fossi appena risvegliato da un torpore di qualche anno, riportandomi indietro a vecchi rapporti, vecchie storie, ma con tutta la vita vissuta fin qui. Sensazioni strane, appunto. Però belle. Perché, in fondo, sono proprio le situazioni che non ti aspetti a renderti un po' più felice e contento.
Ecco, volevo soltanto esprimere questo parere, magari scontato e ovvio, magari banale e stupido, magari anche no. Adesso vi lascio perché ho il 12% di batteria, in diminuzione, e vorrei evitare di ricaricarla subito, come consiglia Apple per la calibrazione.

domenica 29 giugno 2008

Una settimana divertente

In fondo, stare una settimana con i bimbi non è stata una cattiva idea. Anzi, diciamo pure che mi sono divertito. Episodi particolari non ne sono accaduti, tranne la seconda notte durante la quale, verso l'una e mezza, sento bussare alla porta della mia stanza. Chi sarà? Apro è c'è uno dei miei bimbi di 9 anni che mi informa di non riuscire ad addormentarsi. Ma hai preso le chiavi della tua stanza? La sua espressione mi fa subito capire che così non è. Così passiamo una buona mezzora a bussare come forsennati alla porta dei suoi compagni di stanza. Niente. Dormono come sassi. Bussiamo tanto forte che si svegliano pure i responsabili del camp nella stanza accanto; li informo della situazione e si decide che il bimbo dormirà con loro visto che dispongono di un letto supplementare.
Comunque, a parte questo, tutto tranquillo. Giornata tipo? Sveglia alle ore 7.45 (tranne la prima mattina, quando i miei bimbi mi svegliano alle 6.05, pensando che siano già le 8.00, stupiti perché in sala non c'è ancora nessuno) e colazione abbondante dalle 8 alle 8.45. Ore 9 partenza per le palestre e ore 9.15 inizio degli allenamenti fino alle 11.30. Tornati in hotel, dalle 11.45 alle 12.30 tutti in piscina. Alle 13 si pranza e silenzio (si fa per dire) fino alle 15, momento della partenza per le palestre. Dalle 15.15 alle 17.30 allenamento, poi merenda, e fino alle 18.30 tornei di pallamano e di calcetto anche per noi istruttori (e ho anche segnato un goal, il primo, nella prima partita, con somma esultanza di tutti i bambini). Dalle 18.45 alle 19.15 tutti in piscina e cena alle 19.45. Un paio d'ore di libertà fino alle 23, orario dedicato alla nanna. Ovviamente tale orario non è mai stato rispettato, soprattutto per i miei bimbi (che erano tra i più piccoli di tutti, essendo del '99) i quali alle 22 russavano di già.
E poi il posto era veramente bello. Situato in pieno Sudtirolo, l'hotel è circondato da vigneti e si gode di una bellissima vista su tutta la vallata: si vede il paese di Caldaro, il lago omonimo, e tutto è ordinato, neanche un filo d'erba fuori posto. Le indicazioni stradali e le insegne dei negozi sono scritte in tedesco, con una timida traduzione italiana. La gente del luogo fatica a parlare italiano e a volte ti viene il dubbio se sei davvero in Italia. Il clima è stato piacevolmente caldo tutta la settimana, tranne un pomeriggio in cui ha piovuto (e a 10 km di distanza, a Bolzano, è venuto giù mezzo metro di grandine).
Che dire? Una bella vacanza, divertente e salutare.

In foto: il paese di Caldaro e l'omonimo lago visti dalla mia stanza d'albergo.

martedì 17 giugno 2008

Considerazioni

Forse sarò io che mi sbaglio, o forse ci attribuisco poca importanza, ma non mi sembra che conoscere l'esatto valore (in Ångstrom) del picco di energia della planckiana sia una questione di vita o di morte. Ritengo inoltre superfluo sottolineare che i numeri, in se, hanno poco significato per uno come me, abituato a ragionare nel modo più semplice possibile. Come rispondo se mi chiedono il valore del suddetto picco? Beh, tirando in ballo la legge di Wien, ovviamente; la quale afferma che il massimo della lunghezza d'onda moltiplicato per la temperatura del corpo nero è uguale ad una costante. So benissimo che così non ho risposto alla domanda, però ho fatto un discorso del tutto generale che dimostra che la domanda è perfettamente inutile: datemi una temperatura e il valore della costante e vi calcolo la lunghezza d'onda corrispondente. Non vedo perché dovrei tenermi a memoria questo numero se poi me lo posso ricavare con la fisica, o meglio, andarlo a vedere da qualche parte.
Trovo infatti perfettamente inutile il DOVER tenere per forza a mente dei numeri che, fondamentalmente, non servono a niente. Se dovessi scegliere, cercherei di ricordarmi i valori delle costanti fondamentali, almeno quelle servono. Evidentemente queste cose non sono condivise nell'ambiente degli astronomi. Infatti, a mio avviso, questi personaggi stanno tentando di riportare l'attenzione verso i fatti sperimentali e le osservazioni piuttosto che concentrarsi su altre cose. Mi spiego meglio.
Tutti sanno che da qualche anno a questa parte la maggior parte della gente predilige studi teorici per quanto riguarda l'astrofisica; e questo lo si vede dalla diminuzione continua di iscrizioni al corso di laurea di Astronomia di Padova. Molti, infatti, scelgono un percorso più generale, più teorico, optando per l'iscrizione a Fisica che offre indubbiamente molte prospettive in più. Allora, secondo me, allarmati di questa cosa, i "vecchi" astronomi, quelli, per intenderci, che usano ancora personalmente i telescopi e utilizzano metodi alquanto approssimativi per la determinazione delle grandezze di interesse astrofisico, quelli che pubblicano un articolo perché hanno determinato la quantità di elio, ad esempio, in una certa nebulosa planetaria dall'altra parte della Galassia, oppure coloro che si danno tante arie perché hanno determinato con cura l'età dell'ennesimo ammasso globulare, ebbene, questi qui, cercano di rivendicare il loro "potere" rievocando i bei tempi di qualche centinaio di anni fa in cui "se uno studente non sapeva il picco della SED del Sole l'allora direttore del Dipartimento gli avrebbe scagliato contro un tavolo". 
Trovo dunque questo atteggiamento alquanto offensivo nei confronti di chi, ahimè, non ritiene di dover impararsi a memoria migliaia di numeri - come ad esempio inutili valori di distanze di oggetti celesti sconosciuti, esatti valori di magnitudine di qualche stella o galassia, e cose del genere - perché preferisce concentrarsi di più su problemi e temi che si basano più sull'uso della fisica e del ragionamento.
Credo infine che perché ci sia collaborazione tra le due parti, ci debba essere prima di tutto un rispetto reciproco, e non solo in una direzione. Equilibrio, anzitutto. Difatti ritengo che se in Italia l'astronomia non decolla (o, per certi versi, precipita), ognuno si deve assumere le proprie responsabilità. L'oppressione degli osservativi nei confronti dei teorici sta cominciando ad essere piuttosto imbarazzante e non stupisce, quindi, che i migliori cervelli se ne scappano all'estero, dove godono almeno di rispetto e considerazione.
Concludo dicendo che, a mio avviso, se solo questo equilibrio ci fosse, allora dalle teorie dei teorici e dalle osservazioni degli osservativi, potrebbero nascere grandi cose e grandi scoperte. Sarebbe il trionfo della Scienza.

sabato 14 giugno 2008

mercoledì 11 giugno 2008

Considerazioni geometriche sui sistemi di riferimento

Vi risparmio tutta la storia sui postulati della relatività, dei sistemi di riferimento e delle trasformazioni di Lorentz. Farò delle considerazioni geometriche sui sistemi di riferimento in moto relativo e spero di fornirvi un punto di vista diverso e illuminante come è stato nel mio caso. La cosa tuttavia che mi sembra interessante è che è possibile costruire le suddette trasformazioni tra due sistemi di riferimento semplicemente analizzando le relazioni che intercorrono tra gli assi dei due diagrammi spazio-temporali. Ad esempio, se in ordinata ci sono le coordinate e in ascissa i tempi, allora mettendoci in unità naturali, è banale osservare che la velocità della luce è rappresentata da una retta a 45° rispetto ai due assi. Essa, inoltre, è la stessa in tutti i sistemi di riferimento inerziali. Ad esempio, se abbiamo un sistema S(x,t) a riposo e uno S'(x',t') in movimento con una certa velocità in direzione x, allora ci si può chiedere come sia tale sistema visto da S. Ebbene, è possibile costruire tale diagramma in un modo abbastanza semplice: per quanto riguarda l'asse dei tempi t', sappiamo che per t' = 0 sarà t' = x' = t = x = 0. Quindi, possiamo rappresentare l'asse t' come inclinato di un certo angolo rispetto a t, passante per l'origine. Chiaramente anche x' dovrà passare per l'origine e per trovare la sua inclinazione supponiamo che nel sistema S' avvenga questo fatto: supponiamo che per t' = -a e x' = 0 venga emesso un raggio di luce che raggiungerà un certo punto x' viaggiando a 45°. In x' il raggio viene riflesso e torna a x' = 0 a t' = a. Quindi, l'asse x' è il luogo dei punti di S' dove vengono riflessi i raggi. Quindi, per trovare l'asse x' rispetto a x, basta far partire una retta da un certo t' = -a e fare in modo che il raggio venga riflesso e torni in t' = a. Lo so, a parole sembra complicato ma vi assicuro che non lo è. Comunque, il punto è che, grazie ai diagrammi spazio-temporali ed ai postulati fondamentali, è possibile risalire ai sistemi di riferimento relativi e, dunque, determinare le trasformazioni tra i due sistemi.
Volevo tuttavia farvi notare che tutto questo discorso si basa sul fatto che la velocità della luce è la stessa nei due sistemi di riferimento. Questo porta ad un'altra conclusione: dal momento che la velocità della luce è 1 ed essa è la stessa per i due sistemi S ed S', si può dimostrare che gli intervalli nei due sistemi tra qualsiasi due eventi sono uguali.
Un altro fatto interessante sono le cosiddette “iperbole invarianti”. Nulla infatti ci vieta di costruire sul piano (t,x) delle iperboli dei due tipi, tipo-spazio (termine noto positivo) e tipo-tempo (termine noto negativo). Ebbene, è facile verificare che tali iperboli sono asintotiche agli assi del cono-luce (ovvero quel cono all'interno del quale ci sono tutti gli eventi di tipo-tempo e al cui esterno quelli di tipo-spazio). Inoltre, un iperbole di tipo-tempo ha la strana proprietà che in x = 0 la retta tangente all'iperbole costituisce una linea di simultaneità (cioè a t = cost) per il sistema S. Ci si può chiedere cosa avvenga nel S'. Ebbene, il punto che inizialmente stava sull'asse t a x = 0, adesso, tramite le trasformazioni di Lorentz viene spostato a destra, mantenendosi sull'iperbole, fino ad incontrare l'asse t'. Allora adesso, la retta tangente al punto sull'asse t' (che quindi avrà x' = 0) costituisce una linea di simultaneità per il sistema S' ed ha pendenza 1/v, essendo v la velocità di S' rispetto ad S.
Beh, direi che per adesso è tutto. Spero sia stato tutto, o quasi, chiaro. E' ovvio che non disponendo di grafici precisi le cose potrebbero sembrare nebulose: questo è un classico esempio di quando i grafici sono indispensabili. Tuttavia, se proprio volete avere un'idea di quanto ho detto, andate a vedervelo su questo libro, molto ben fatto e che ho usato per scrivere questo post. Ve lo consiglio proprio: è piccolo e lo potete portare sempre con voi (metti caso che sei lì tranquillo in bus o in treno e una tipa ti chiede disperatamente aiuto sulla derivata covariante: fai la tua sporca figura). C'è tutto quello che occorre da sapere sulla relatività generale, senza contare il fatto che non costa neanche tanto. Chiaramente si tratta di un libro introduttivo, quindi non aspettatevi dimostrazioni da panico: la matematica c'è, eccome, ma non è quella matematica rigorosa che si trova da molte parti.

Per approfondire: diagrammi di Minkowski.

lunedì 9 giugno 2008

Che ne dite?

Parliamo un po' di relatività, vi va? Qualche settimana fa avevo lasciato un discorso in sospeso, cioè il fatto che la teoria della relatività non è una nuova teoria. Molti, infatti, pensano che questo immenso impianto teorico sia totalmente separato dalla fisica che si studia, ad esempio, al liceo. Ovviamente non è così, come vedremo. Al liceo insegnano la meccanica e la dinamica nel modo più semplice possibile, intendendo, con il termine semplice, intuitivo. Infatti, che la velocità sia il variare dello spazio in un certo tempo non è certo difficile da comprendere, anzi, è proprio per il fatto che è semplice che ve la insegnano. Anche che la forza che spinge un corpo sia proporzionale all'accelerazione ad esso impressa ed alla sua massa non è difficile da capire. Cos'altro potrebbe essere se no?
Tuttavia è molto meno semplice capire che la velocità della luce è la stessa in tutti i sistemi di riferimento inerziali. Ed è più difficile non perché è una cosa nuova, ma perché non è intuitiva. Per questo motivo, quindi, al liceo non la insegnano e i “profani” pensano che la relatività – che si basa su questo ed altri enunciati detti postulati – sia una cosa nuova. Forse essi intendono che contiene concetti innovativi, ma sicuramente non nuovi. Sono semplicemente concetti più generali e, per questo, sono contro-intuitivi e percepiti come “novità”.
Non è sicuramente semplice capire la relatività, tantomeno semplice è spiegarla a chi non mastica geometria differenziale (me compreso), calcolo tensoriale su varietà differenziali curvate ed equazioni di campi vettoriali. Tuttavia, come sosteneva Einstein, prima di tutto ci sono i concetti, poi viene la matematica.
Alzi la mano chi ne vuole sapere di più. Ovviamente non come spiegato nei libri di divulgazione, che trattano sempre le solite storie di buchi neri, gemelli, ascensori ed altre robe simili. Qui io tenterò di parlarvene da un punto di vista puramente teorico, astratto, senza nessuna apparente applicazione fisica, ma solo per il piacere della matematica astratta. Allora, chi ci sta?

venerdì 6 giugno 2008

Questo sarà il pezzo dell'estate. Splendido.

The Game featuring Keyshia Cole - Game's Pain 



giovedì 5 giugno 2008

Nuovo blog

Come anticipavo qualche giorno fa, ho deciso di aprire un blog dedicato esclusivamente alla fotografia digitale e suoi annessi (quindi esperimenti vari e post-produzione). Ho pensato di farlo in inglese, ma non è escluso che ritorni in italiano. L'indirizzo è dsrlphotography.blogspot.com.
Così la smetterò di scrivere qui cose che ad alcuni non interessano. Voi che ne pensate a questo proposito? Faccio bene o faccio male?
Chiaramente vedrò l'andamento della cosa e poi, più avanti, deciderò se chiuderlo o meno. Ma perché in inglese, vi chiederete. Ebbene, neanche io lo so bene. Da un lato perché ho messo il link alla pagina di Flickr e di Facebook, dove ho dei contatti non-italiani, e quindi credo che essere un po' più international non fa male. Inoltre sono le prove tecniche generali per vedere come me la cavo in una lingua diversa dall'italiano (e so già che farò un casino di errori). E poi perché l'inglese è internazionale e non sballia mai.
Detto questo, la struttura del blog sarà come di seguito descritta: avete presente tutte le cazzate a proposito di fotografia che ho scritto qua? Ecco, l'idea è di scriverle di là, in inglese. Siccome il blog è nuovo non aspettatevi di trovare chissà che cose: per ora c'è solamente un post e qualche timido link molto improvvisato. Sicuramente col passare del tempo ci sarà un improvement in questo senso.
Bene, ho detto già troppe cavolate per oggi. Vi saluto e vi do appuntamento su dsrlphotography.blogspot.com.

mercoledì 4 giugno 2008

The Mind of God

«The mind of God appears to be abstract but not complicated. He also appears to like group theory.»
A. Zee

martedì 3 giugno 2008

Various

E così, anche questa è andata. Sabato è stata una giornata difficile, anzi, strana.
Ma non ne parlerò.
Dirò solamente alcune cose che mi passano per la testa e che vale la pena dirle. Una su tutte il fatto che giovedì 5 giugno non potrò partecipare alla riunione con la "sconosciuta", in quanto impegnato nella festa del basket di fine anno. Essendo l'istruttore di qualche squadra (ufficialmente una, ma in pratica almeno due), devo per forza di cose presenziare all'evento, trascurando così la brunetta misteriosa.
Sono poi in procinto di acquistare, finalmente, un treppiedi che si possa definire tale, perché il treppiedi è veramente un passo avanti.
A proposito di questo, sto prendendo l'abitudine a scattare le foto in RAW, anche se ci sono alcuni aspetti negativi in questo: la maggiore dimensione delle immagini (in una scheda da 2 Giga bytes ci stanno poco più di 250 foto, mentre se metto la registrazione contemporanea di RAW + JPG il numero si riduce a 150) e il fatto che queste devono poi essere per forza elaborate e convertite per ottenere qualcosa di guardabile. Però ci sono anche dei vantaggi in questo: uno su tutti il fatto di poter regolare nitidezza, contrasto, tono colore, saturazione, correzione aberrazioni, luminosità, esposizione, bilanciamento del bianco eccetera in una maniera totalmente libera, davvero una bella cosa. Chiaramente serve un po' di post-produzione, ma questo non è un problema. 
Sto perdendo inoltre l'interesse negli HDR che, ahimè, richiedono l'uso di Photomatix che ancora non ho installato (e non so nemmeno se lo farò).
Sempre in merito di software, ormai mi sto sbizzarrendo nell'uso del fantastico Automator, senza il quale sarei veramente perso. Una volta, appena preso il Mac, neanche sapevo della sua esistenza, e adesso mi è quasi indispensabile. Cavolo, si può fare davvero tutto. Ad esempio oggi avevo una serie di immagini che volevo unire per ottenere un file PDF unico. Detto fatto: apro Automator, pochi clicks ed il gioco è fatto. Un minuto più tardi avevo il mio bel PDF pronto da stampare. Un vero passo avanti.
Adesso non mi resta altro che installare XCode, un tool per la compilazione Java/C/C++ per Mac (anche se dicono che sia meglio Cocoa in quanto a compatibilità con altri sistemi operativi).