lunedì 28 luglio 2008

Antimateria, pt. II

Dal momento che mettere assieme materia ed antimateria comporta la produzione di fotoni ad alta energia (più alta è l'energia delle particelle coinvolte, più alta sarà l'energia dei fotoni prodotti), non è da sorprendere che questa asimmetria sia legata ad un'altra grande asimmetria: quella dei fotoni rispetto alla materia. La proporzione tra fotoni e materia è di circa 100000000:1, che vuol dire che per ogni barione (cioè particelle come protoni e neutroni) ci sono 100 milioni di fotoni. In qualche modo, dunque, queste due asimmetrie devono essere legate e la presenza, oggi, di un così alto numero di fotoni può essere ricondotta ad un epoca, nel passato remoto dell'Universo, in cui è avvenuto lo sbilancio tra materia ed antimateria.
Assumendo quindi che in passato entrambi i tipi di materia fossero presenti, la loro annichilazione ha generato il numero enorme di fotoni che oggi osserviamo. Se la teoria è giusta, quindi, un'altra prova dell'esistenza dell'antimateria può essere quella dei fotoni. Tuttavia resta ancora da stabilire perché e come è stato preferito un tipo di materia invece che un altro. Chiaramente, potrete obiettare, è indifferente chiamare la nostra materia ordinaria “materia” o “antimateria”. La convenzione è di chiamarla “materia”, ma non sappiamo quale delle due sia veramente la “materia” ed, anzi, non avrebbe nessun senso porsi questa domanda.
Ha però senso chiedersi da cosa si sia originato lo squilibrio. La causa è da ricercarsi nelle primissime fasi di vita dell'Universo, in quanto già dopo qualche minuto (diciamo i primi tre) è avvenuta la nucleosintesi primordiale, che ha formato i primi atomi. Quindi c'era già materia e niente antimateria. Il periodo di interesse è quello che va dal tempo di Planck ad un secondo dopo il Big Bang, un periodo di tempo estremamente breve ma durante il quale sono già avvenuti una miriade di fenomeni importanti quali le rotture di simmetria con la conseguente differenziazione delle interazioni fondamentali, l'inflazione cosmica, il confinamento dei quark negli adroni e un sacco di altre cose tra le quali la cosiddetta bariogenesi. Con questo termine si indica il processo che ha portato allo squilibrio osservato tra materia ed antimateria.
Solitamente, quando si parla del primo secondo di vita dell'Universo, si indentifica il periodo inflazionario come una sorta di “confine”: si distinguono cioè i fenomeni che sono avvenuti prima e quelli dopo l'inflazione. Ovviamente questo argomento richiederebbe non solo un post a se, ma anche qualche libro. Tuttavia per ora non mi preoccupo di dare una spiegazione dettagliata del fenomeno inflazionario, ma dico solo che si è trattato di un brevissimo lasso di tempo, più piccolo di un secondo, durante il quale l'Universo ha accelerato bruscamente la sua espansione e lo spazio è stato “stirato” talmente tanto che la sua forma di allora è la stessa che oggi osserviamo. Ebbene, ci si può chiedere se la bariogenesi sia avvenuta prima o dopo l'inflazione. Essa è avvenuta immediatamente dopo: se fosse avvenuta prima, infatti, a causa della rapida espansione, le asimmetrie create sarebbero state cancellate dall'inflazione.
Ma in cosa consiste questa bariogenesi? Essa è un fenomeno che per verificarsi ha bisogno di condizioni particolari, almeno tre. La prima deve essere ovviamente la violazione tra la quantità di materia e antimateria, cosa che si esprime con la cosiddetta violazione del numero barionico. Ma da sola questa condizione non basta. Devono essere contemporaneamente violate anche le simmetrie di parità e di coniugazione di carica, ovvero ci deve essere violazione di CP. Ma, ahimè, anche questa non basta. Perché l'asimmetria possa essere “stabile”, bisogna anche che avvenga uno squilibrio tra le popolazioni statistiche di particelle di materia e antiparticelle, cioè ad un non-equilibrio termico. (Qui la parola “termico” non è riferita direttamente alla temperatura conosciuta come tot gradi centigradi. Quando si parla di particelle microscopiche prese in un grande numero la temperatura diventa una proprietà statistica della popolazione.)
Dopo il primo secondo di vita, queste tre condizioni erano soddisfatte, a causa della densità, temperatura e pressione del plasma primordiale. In pratica, se proprio volete che arrivi alla conclusione, in seguito all'inflazione c'è stata la generazione di barioni, generazione non completamente bilanciata a causa delle tre suddette condizioni. Quello che è successo è che per ogni antibarione ci furono 1 più un centomilionesimo di barioni. Cioè, su 100 milioni di barioni e antibarioni c'era un barione in più. Così, quei 100 milioni di particelle e antiparticelle annichilirono dando origine ai 100 milioni di fotoni osservati, e il restante barione continuò la sua evoluzione legandosi ad altri barioni e formò atomi, molecole, gas, stelle, galassie e la vita.
Non è magnifico tutto questo?

sabato 26 luglio 2008

Antimateria, pt. I

Per gli amici astro/fisici questi due post saranno inutili e può darsi che preferiscano impiegare meglio il loro tempo – farei così anche io. Quindi questi post sono per tutti gli altri.
Varie persone, negli anni, mi hanno chiesto cosa sia l'antimateria. Non lo so il motivo per cui alla gente interessi questa cosa; forse non interessa per niente; magari la parola “antimateria” è figa e si sente da un sacco di parti (dai libri ai film di fantascienza). O forse è per qualche altro motivo. Non so, però comunque stiano le cose, è sempre un piacere per me dialogare/spiegare certi argomenti.
Ho notato che nei saggi scientifici, sui siti internet non troppo osé e nei servizi di documentari televisivi, l'antimateria è quasi sempre definita come “il contrario” della materia. Tipo che l'antiparticella dell'elettrone ha la sua stessa massa ma carica positiva, eccetera. E così per le altre particelle, fino ad arrivare alla classica frase “se una particella si scontra con la sua antiparticella nello scontro si genera energia luminosa (luce, nda) e bla bla bla”. Ma
in pochissimi casi ho sentito dire che cosa sia veramente l'antimateria. Da dove viene? Chi l'ha 'scoperta'? Perché dovrebbe esistere quando c'è già la materia?
La risposta a queste domande si deve ricercare nella storia della fisica, in particolare negli anni '30, quando si cercava di trattare relativisticamente la meccanica quantistica. Fino a quel momento, infatti, la descrizione del mondo microscopico era affidata alla funzione d'onda di Schrödinger ed alla sua
famosa equazione. Essa descriveva particelle microscopiche, come gli elettroni, ma non rispettava le simmetrie imposte dalla relatività di Einstein.
In molti tentarono di far tornare i conti. I primi che ci provarono furono Oscar Klein e Walter Gordon, prendendo direttamente la relazione relativistica tra energia e quantità di moto e quantizzandola con le ben conosciute regole di quantizzazione. Si tratta di semplici passaggi algebrici: per il lettore che mastica un minimo di matematica ecco la
pagina di Wikipedia dove c'è il calcolìno. Un occhio un po' più attento può vedere che l'equazione che trovarono Klein e Gordon, in sostituzione di quella di Schrödinger, non descrive più gli elettroni. Più in generale, essa non descrive più particelle cariche e dotate di spin. L'equazione di Klein-Gordon può essere usata solamente per particelle neutre e con spin nullo.
Chiaramente questa situazione era alquanto imbarazzante: mettere insieme la relatività e la meccanica quantistica sembrava comportare la rinuncia alla descrizione delle particelle reali. Ma, come in altri casi nella storia della fisica, la soluzione fu trovata da un uomo solo, che per questo e mille altri motivi ricevette, tra gli altri, il premio Nobel (sì, una volta lo davano per queste cose).
Il suo nome è Paul Dirac e l'equazione che cavò fuori – che guarda caso porta il suo nome – descrive particelle cariche dotate di spin ed è pure valida in ambito relativistico. Niente di meglio, uno dice. Sì, vero. Però c'è un prezzo da pagare: l'equazione di Dirac ammette due tipi di soluzioni, due simmetrie per così dire. Le prime soluzioni sono quelle conosciute, cioè di energia positiva, come deve essere dal momento che esse rappresentano particelle reali che hanno energie positive. Le seconde, però, sono soluzioni ad energia negativa. Dirac si pose il problema di spiegare queste soluzioni ad energia negativa: esse non potevano venire tolte semplicemente con un colpo di spugna dalla teoria, perché senza di esse la teoria stessa sarebbe crollata. Esse dovevano esistere e dovevano avere un significato fisico.
Dirac risolse il problema di queste soluzioni ad energia negativa supponendo che esse descrivessero particelle simili a quelle conosciute ma con caratteristiche opposte.
Egli aveva predetto l'esistenza dell'antimateria. Sperimentalmente, tale tipologia di materia fu scoperta solo qualche anno più tardi.
Adesso, con tutto quello che abbiamo detto, viene abbastanza naturale proseguire il discorso che facevo prima sulle proprietà delle antiparticelle. Tuttavia volevo focalizzare la vostra attenzione su un fatto a mio avviso interessante: perché nell'Universo esiste solo un tipo di materia? Quale è stato il criterio che ha stabilito che solo la materia doveva esistere e ha soppresso l'altra componente? L'asimmetria materia-antimateria è una delle cose più difficili da spiegare e tuttora non è ben chiaro a cosa sia dovuta. Essa tuttavia rappresenta
un esempio mirabile di connessione tra la fisica delle particelle elementari e la cosmologia, e ve lo racconto la prossima volta.

mercoledì 23 luglio 2008

Ain't nuttin' but dance!

Recentemente mi è capitato di andare in discoteca dopo molto tempo che non ci mettevo piede. Non ero molto aggiornato sui pezzi in voga, ma ne conoscevo un paio e così mi è venuto in mente che non avevo finito il discorso sulla musica dance iniziato qualche tempo fa. Spero di farlo oggi. Siccome i pezzi sono tanti, quello che farò sarà un semplice elenco di quelli che mi ricordo essere i miei preferiti (quelli cioè che se un Dj si azzarda a mettere io posso perdere il controllo e non rispondere delle mie azioni). Cominciamo da quelli più recenti.
Questo è quanto. Spero di essermele ricordate tutte. Cavolo che bei tempi. Uff.

UPDATE: me ne sono venute in mente un altro paio che corro ad aggiungere.

martedì 22 luglio 2008

Changes #1

Max uscì di casa che era quasi scuro. La luce rossa del tramonto si rifletteva sulle finestre dei palazzi e le nuvole rosa conferivano un'atmosfera di sangue alla città. Quella città in cui si era trasferito da poco ma che già odiava dal profondo del cuore.
Lavorava in una fabbrica siderurgica poco distante da casa, in piena periferia. Le alte ciminiere, i grossi camini fumanti 24 ore su 24, la ferrovia che passava lì accanto con lo stridere fastidioso dei treni e gli alti palazzoni delle case popolari, lo facevano sentire triste, malinconico. Era così distante la sua vita di adesso da quella di un tempo: quando ancora viveva con i suoi genitori in una bella casa in collina e il sorgere del sole la mattina presto illuminava pian piano l'intera valle e, da camera sua, se la giornata era limpida, riusciva a scorgere il fiume che, dopo alcune curve, spariva dietro ad un colle. Spesso si domandava, guardando le acque azzurre del fiume, cosa ci fosse dietro quel colle. Trovava buffo che in vent'anni non avesse mai scoperto quel segreto. Quanto desiderava farlo adesso!
Salì sul tram delle 21.30, affollato di operai che, scuri in volto come lui, si recavano in fabbrica per il turno di notte. Max cercava di farsi dare il turno di notte il più spesso possibile, così aveva il pomeriggio libero ma soprattutto qualche euro in più rispetto ai 1000 standard. Tuttavia non gli andava male lo stipendio base: abitava da solo, in un piccolo appartamento al decimo piano di un palazzo che ne aveva altri dieci. L'affitto era di 150 euro al mese e con le spese arrivava a 200. Quindi il rimanente restava a lui e, nonostante tutto, cercava di fare una vita decente, quando non era in fabbrica.
Aveva decorato l'appartamento in stile moderno, con pochi mobili bianchi laccati e neri opachi. Le stanze erano quattro, tutte molto piccole. In cucina ci stava giusto il lavello, il frigo e il gas con il forno. Era riuscito a farci stare anche un tavolino ripiegabile che spariva dentro ad un mobiletto. Il bagno era molto angusto e a malapena ci stava la lavatrice. Poi c'era il salottino: adibito ufficialmente a zona relax, lo utilizzava spesso come studio personale. Aveva infatti ricavato da un angolino quello spazio giusto per una scrivania: ci teneva un vecchio computer e un sacco di libri. Il resto della stanza era occupato da un divano a tre posti e un mobile per il televisore e alcuni accessori. Infine, la camera da letto: era grande quanto il salottino e dentro erano sistemati un letto matrimoniale e un piccolo armadio.
L'arredamento comunque era piuttosto scarno: Max voleva andarsene da lì, da quel postaccio, da quel lavoro insoddisfacente. Voleva trasferirsi da un'altra parte, magari comprare una casa in collina come quella dei suoi. Voleva trovarsi una ragazza e farsi una famiglia. I trent'anni li aveva superati e sentiva il bisogno di stabilirsi e realizzarsi.
Qualche volta lo andavano a trovare due colleghi di lavoro, operai anch'essi, gli unici con i quali Max aveva stretto un rapporto di amicizia che andava oltre al “Ciao, come va?” della fabbrica.
“Ciao Max”, lo salutò Eddie, uno dei suoi amici. “Hai visto che razza di tempo sta sera? Sembra che possa piovere sangue da un momento all'altro!”
“Sì, ho visto”, rispose svogliato Max. Cercava di prenderla sempre con filosofia, ma il fatto di andare al lavoro lo rendeva indisponente per le prime due ore. Senza nessun motivo, era infastidito da tutto e da tutti.
“Ehi Max”, continuò Eddie. “Dici che il signor Reynolds se la prenda se andiamo a farci una birra in centro? Non ho un cazzo di voglia di lavorare.”
“Non so.”
“Eddai, Max! Qua dentro nessuno vuole andare a lavorare. Guardati un po' attorno: vedi qualcuno felice? No! Ecco! Dai Max, andiamo a farci una birra.”
Eddie era il classico tipo che anche se soffriva non lo faceva vedere, anzi, proprio in queste occasioni cercava di fare il simpatico e pensare in positivo. Ma Max sapeva che non era così. Sapeva che in fondo, dietro a quel sorriso, si nascondeva una persona sofferente quanto lui, forse di più.
“Non so Eddie, non so”, rispose Max. Il pensiero che Eddie stava male più di lui, e nonostante questo riuscisse a sorridere, lo fece più disponibile.
“L'altro giorno, colpa di questo maledetto tram, sono arrivato un attimo in ritardo e Reynolds mi ha fatto la predica per mezz'ora. Non credo che sia una buona idea quella della birra. Ho bisogno di questo lavoro, Eddie.”
“Ma sì, anch'io! E' che non ce la faccio più di questa merda. Non reggo più la routine. Mi sta ammazzando, Max. Sto morendo dentro cazzo.”
“Lo so Eddie.”
Il tram diede una grossa frenata e tutti finirono almeno un metro più avanti.
“Tram di merda!”, disse Eddie.
“Eddie” disse Max.
“Eh?”
“Andiamo a farci questa cazzo di birra.”
“E Reynolds?”, chiese Eddie allarmato.
“Si fotta. Se mi licenzia meglio. Meglio così, Eddie.”
Eddie si fece una grossa risata e mezzo tram si volse verso di loro.
“Allora adesso aspettiamo che salga anche Burt e poi fanculo tutto, andiamo in centro!”
“Sì, andiamo in centro.”

venerdì 18 luglio 2008

EeLST


E' sempre un piacere vedere Elio E Le Storie Tese in concerto. Anche se ci sono voluti ben 18 euro. Ma lo spettacolo offerto dalla band è sempre gradito e molto, molto divertente. Iniziato con un paio di pezzi del disco nuovo che pochi conoscevano (tra cui il sottoscritto (Sushi, non fulminarmi per favore)), sono passati a successi come Mio Cuggino, Discomusic, Pippero, Fossi Figo, Amico Uligano e altre, per poi tornare sul disco nuovo con Buco Nero e Parco Sempione. Per ultimi hanno lasciato i due pezzi storici Uomini Col Borsello e l'immancabile Tapparella con il suo panino.
Insomma, due ore di concerto belle dense. E ancora una volta si sono dimostrati grandi musicisti e showmen.

PS: i link sono dei video delle canzoni di ieri sera!

lunedì 14 luglio 2008

Andiamo al CERN

Uff... che palle sto tempo. Prima il sole, poi piove, poi ancora sole e adesso piove. Anzi no, in questo momento ha smesso ma è sempre nuvoloso. E poi neanche piovesse forte: è proprio quella pioggia giusta per dare fastidio. Così me ne devo restare a casa a studiare la parte biologica di astrobiologia. In effetti è piuttosto interessante come argomento, solo che faccio una fatica bestia perché di ragionamento ce n'è poco e di conseguenza mi tocca imparare a memoria. E io lo odio. Infatti, riflettevo giusto ieri, un tempo, al liceo, questo era il mio metodo di studio visto che si trattava di studiare correnti letterarie, date, pensieri degli artisti, eccetera. Argomenti, quelli, che con il ragionamento c'entravano ben poco.
Comunque, tanto per cambiare, approfitto di queste giornate balorde per qualche test sul problema del front/back focus di cui, pare, soffrano molti modelli di 350D come la mia. Non è escluso che ne parlerò più approfonditamente nell'apposito blog che, tra parentesi, non riscuote particolare successo. Probabilmente lo userò, visto che ormai l'ho aperto, per commentare gli scatti più significativi e nient'altro. Vedremo.
Intanto, mi sono prenotato per una visita al CERN per la fine di ottobre, almeno speravo. Oggi mi hanno risposto quelli del Visit Service dicendomi che le visite sono possibili solo al mercoledì e al sabato alle ore 14.00 - mentre sul sito dicevano che erano possibili anche durante gli altri giorni della settimana, anche alle 9.00. Così mi sono prenotato per l'1 novembre. Vediamo che mi dicono. Se qualcuno di voi è interessato, può prenotarsi compilando questo modulo. Ovviamente indicate l'1 di novembre come data preferita, così, se volete, ci possiamo andare assieme. Appena ho notizie ve le comunico, giusto per essere più sicuri. Ma perché l'ho fatto? Beh, oggi è il 14 luglio, il che significa che da oggi metteranno in funzione quella bestia dell'LHC. Dicono che per metà agosto dovrebbe essere in grado di far scontrare i primi protoni. Sono tremendamente curioso di vedere cosa salta fuori. Per questo motivo, inoltre, quelli del Visit Service mi hanno scritto che non sarà possibile scendere nel sottosuolo per visitare il tunnel dell'LHC e dei suoi esperimenti (ALICE, ATLAS, CMS, LHCb, TOTEM, LHCf). Comunque, io penso che valga la pena visitare un simile impianto. Anche solo da fuori.

UPDATE: quelli del CERN mi hanno confermato la visita per il giorno 01/11/08 alle ore 14.00. Durerà all'incirca tre ore. Avanti gente, prenotate!

venerdì 11 luglio 2008

Un prezzo non giustificato

Oggi, miei cari, è il giorno che molti aspettavano con ansia da quasi due anni. Sapete già a cosa mi riferisco: all'uscita del tanto blasonato iPhone. Personalmente non lo comprerei, almeno adesso che, appena uscito, lo fanno pagare uno sproposito. Però trovo che abbia delle funzioni davvero innovative e molto molto cool. Parlo, ad esempio, della possibilità di navigare in internet Wi-Fi, ove esista l'apposita rete, di poter personalizzare il telefono con una miriade di applicazioni dedicate e, addirittura se siete degli sviluppatori Apple, potete crearne di vostre. Tuttavia le applicazioni create devono essere sottoposte al vaglio di Apple prima di poter essere installate sull'iPhone. Sembra infatti che questo oggettino contenga un blocco per questo tipo di cose. Un'altra bella cosa del telefono Apple è il display multi-touch, tecnologia già presente sugli iPod Touch e sui trackpad MacBook Air e Pro. In pratica permette l'uso contemporaneo di più dita per sfogliare le foto, ad esempio, come pagine di giornali, di aprire e chiudere applicazioni con un tocco, e tante altre cose.
Ma tutta questa tecnologia a che prezzo? E' questa la vera domanda che mi sto ponendo. Perché è da non credere che in America l'iPhone 3G (la versione da 8 Gb) da oggi viene venduto a 199$, corrispondenti circa a 126 euro. Lo stesso modello in Italia viene a costare 499 euro se acquistato con Vodafone, oppure a partire da 99 euro più altri 110 ogni mese con la Tim. Ecco perché sono sorpreso da quanta gente ha fatto carte false per avere il telefonino del secolo. Ma dove siamo arrivati? La politica di Vodafone e Telecom è una vera presa in giro e non capisco perché la gente sia disposta a spendere cifre simili, pur sapendo che l'iPhone quei 500 euro non li vale neanche. Addirittura in Spagna lo venderanno a 99 euro. Cioè, 99 euro, capite?
Ecco perché non lo compro e non lo comprerò fino a che non costerà 126 euro, massimo.

lunedì 7 luglio 2008

Veleno nel cuore

"Oh, giro con Il Rap, qualcuno non sa che cazzo farci,
che di notte do le botte sul beat per non pensarci,
Ma’, sto in provincia del Paese De’ Sticazzi,
che stanno in fissa con il Rap, ed io c’ho il Rap schiaccia-sassi."
Primo & Squarta - Alti & Bassi

Li ho conosciuti nell'estate del 2001, ascoltando Fammi Accendere, un pezzo tratto da Rock N' Roll, il loro secondo album. Sto parlando dei Cor Veleno, storico gruppo hip hop romano e, dopo Bassi Maestro, sicuramente tra gli artisti rap che amo di più.
I Cor Veleno sono formati da tre personaggi interessanti: Primo, il leader, è una "tigre", come si ama definire, ed è davvero una belva da palco con una carica di energia praticamente infinita. Poi c'è Grandi Numeri, seconda presenza del gruppo e Squarta, il DJ, produttore alla fine degli anni '90 di hit come Supercafone e La Mossa Del Giaguaro di Piotta. Infatti tutti quanti questi personaggi si conoscono e collaborano fittamente non solo tra di loro, ma anche con altri artisti come lo stesso Bassi.
Qualche anno fa ho avuto l'occasione di ascoltare i Cor Veleno dal vivo al Marghera Village, assieme a DJ Shocca, Frank Siciliano e Mistaman. Comunque, i Cor Veleno sono quelli che secondo me hanno fatto più spettacolo. Penso fosse il 2005 e stavano promuovendo il loro terzo album Heavy Metal. Di quell'album le mi preferite sono Potente In Culo, Un Mestiere Qualunque (base splendida, mamma mia che roba!), (con il featuring di Tormento, anche qui un beat grassissimo), Fenomeni e, insomma, tutte le altre.
Poi, l'anno scorso, è uscito Nuovo Nuovo, il cui primo singolo estratto è la bellissima Dillo Un'Altra Volta. Quest'album, praticamente, è bello tutto, non ci sono canzoni che apprezzo più delle altre. Quindi vi linko quelle che si possono ascoltare in rete: Coccobill (cavolo, su questa dovete alzare il volume a palla), Diamanti, Testa Rotta, Nun Ce Provà e la stupenda Ottimo.
Ma i Cor Veleno si possono anche separare momentaneamente, e dare origine a Bomboclat, l'album di Primo & Squarta, con le partecipazioni di Grandi Numeri, Ibbanez, Amir, Tormento, Club Dogo e Turi. Anche questo disco è veramente bello e ci sono un sacco di canzoni che vi vorrei far sentire ma che purtroppo non si trovano. Cominciamo: Sembrava Un Gioco, Non Mentirmi Mai. E poi ci sono quelle che dovreste proprio ascoltare col volume più alto possibile: c'è Gangsta col feat. di Tormento ed Amir, poi la stupenda Fisse Bastarde e, infine, la mia preferita, la cattiva Non Me Ne Fotte Un Cazzo. Spettacolare.
E poi qualche mese fa è uscito il secondo album di Primo e Squarta, intitolato Leggenda. Il primo singolo è la cartellante Sotto Shock. Mentre il secondo singolo è uscito qualche settimana fa e lo metto qui, in prima pagina: si intitola Spigne e credo che sia una delle più belle canzoni di Primo. Spingetelo.


venerdì 4 luglio 2008

Idee di viaggio

Estate, tempo di vacanze e di viaggi. Come ogni anno le mete più gettonate, a parte la nostra splendida Italia, sono le coste della Spagna, della Grecia e le isolette del Mediterraneo, oltre ovviamente alle classiche città d'arte e capitali europee.
Come ogni anno mi ritrovo con la testa piena di idee di viaggio, da quello culturale a quello per divertirsi, da quello itinerante a quello dedicato al relax ed al riposo. E come ogni anno mi ritrovo a fare i conti con un budget molto limitato e soprattutto con tempi alquanto ristretti e marginali. Tuttavia, per passare il tempo, alcuni giorni fa avevo elaborato un piano d'azione strategico che univa il viaggio itinerante, quello divertente e pure culturale in sei giorni pieni zeppi di cose da fare e da vedere. La mia proposta è la seguente.
Data del viaggio: verso metà settembre, quando fa un po' più fresco e i prezzi scendono.
Luoghi: Lisbona e Valencia.
Spostamenti: volo andata Milano - Porto. Treno per il tratto Porto - Lisbona (A/R). Volo Porto - Valencia e Valencia - Milano.
Pernottamenti: in hotel da circa 40 euro al giorno, ma se si vuole si può spendere anche meno, adattandosi ad ostelli e cose così.
Costo: stimato in massimo 600 €, comprese spese extra quali pranzi, visite a pagamento e locali vari.
Alla fine anche l'anno scorso, quando con il Jack siamo andati a Barça e Madrid, abbiamo speso la stessa cifra in proporzione (dal momento che siamo stati via dieci giorni). Non mi sembra un'esagerazione, contando il fatto che sono sei notti e sette giorni. Chiaramente si tratta di toccata e fuga, perché in tre giorni scarsi non si fa neanche in tempo ad ambientarsi in città come Lisbona o Valencia.
C'è nessuno a cui interessi una cosa del genere? Sono disposto anche a rivedere le destinazioni, magari solo la costa spagnola oppure solo quella portoghese. Insomma, a me basta che si vada da qualche parte, anche se non si tratta di Spagna e Portogallo, sia chiaro.