giovedì 8 maggio 2008

Il cinque di giugno

Oggi avevo una riunione dopo il basket, in un posto a circa una decina di km dalla palestra. Ero senza voce perché quei bimbi mi fanno diventare matto, anche se erano "soltanto" in quindici. Sono salito in macchina in fretta e furia perché ero in ritardo per la riunione. 
In palestra, dopo la mia ora di allenamento, c'è una partita amichevole dei bimbi più grandi dei miei, ma il loro istruttore è in ritardo e non posso andarmene. Quindi rimango e approfitto per accendere il tabellone segna-punti e aggiustare altre piccole cose. 
Una volta arrivato anche l'altro istruttore, scappo di corsa - e credo di aver fatto il record nel secondo settore del tracciato: nel primo sono stato frenato da una Punto bianca che procedeva a passo d'uomo, mentre nel terzo, beh, dovevo attraversare un centro abitato alle 18.30 del pomeriggio.
Comunque, il risultato netto è che arrivo (in ritardo) alla riunione. Parcheggio quindi molto velocemente e, in un modo assai sbrigativo, prendo le mie cose e scendo dall'auto. Mi precipito al cancello, suono, mi aprono e percorro il vialetto a tutta velocità. Nella stanza, trovo i miei colleghi seduti al tavolo che mi stanno aspettando. Ma, un momento: c'è una presenza femminile che mi turba assai. Una ragazza nuova, mai vista prima, e mi sembra un angelo in terra.
Scattano le presentazioni e, come spesso accade, dopo dieci secondi già non ricordo più il suo nome. Accidenti, dovrei prestare attenzione alla gente che mi parla, soprattutto se sono ragazze. 
E così iniziamo la riunione. Il coordinatore inizia il suo discorso e, dopo il primo minuto, la mia attenzione si sposta sulla nuova arrivata. Ho preso posto di fronte a lei, anche se un po' spostato verso destra, così adesso la posso vedere bene: mora, capelli a caschetto, occhi verdi, incredibilmente belli e profondi, porta una t-shirt colorata con i disegni di un qualche fumetto, una collana di grosse perle blu abbinata agli orecchini e, forse, dei jeans. La sua voce è incantevole, semplicemente soave, per nulla acuta ma neppure troppo grave. Ha un modo di fare delizioso, molto pacato e garbato, ma anche spiritoso e simpatico. Bellissimo sorriso; quando parla è completamente immersa nelle cose che dice, i suoi occhi si posano, di volta in volta, su quelli dei suoi interlocutori e ogni tanto si inumidisce le labbra con la lingua. Semplicemente deliziosa.
Di tutta la riunione avrò ascoltato sì e no cinque minuti su un'ora e mezza, giusto quando ha parlato la sconosciuta, mentre mi crucciavo su quale potesse essere la sua storia. Avrà il fidanzato?, la prima classica domanda. E poi, di dov'è?, quanti anni ha?, cosa fa?, e cose così. 
Decido che: ha 19 anni, vive in un paese di campagna, non viene di certo da Mestre o da qualche altra città, ha frequentato presumibilmente un liceo, forse un classico oppure uno scientifico, sì senz'altro dev'essere scientifico. Attualmente studia economia o lingue a Venezia, oppure fa psicologia a Padova. Probabilmente è fidanzata, oppure le piace un ragazzo, perché controlla frequentemente il cellulare. E non è per vedere l'ora, perché porta l'orologio. Quindi deve essere in un qualche modo sentimentalmente legata. 
La riunione finisce, e per la prima volta penso che è un peccato perché mi sarebbe piaciuto poter continuare a conversare amabilmente con questa ragazza. Ma ci saranno altre occasioni. La prima, il cinque di giugno.

3 commenti:

Filippo il mulo ha detto...

1. Se controlla spesso il cellulare potrebbe piacergli uno, ma anche no. Il cinque di giugno non ci pensare a questa cosa.

1bis. Se ti piace una fregatene se le piace un altro, dico io. Alle donne piace avere tanti maschi attorno, per poterne scegliere uno: e chissà che non possa scegliere te. (Sto correndo troppo, mi sa, ma è per farti capire.)

2. Mora con gli occhi verdi, eh? :) L'altro giorno ero in treno e ho pensato a te. Ora ti spiego perché.
Tornavo da Trieste e c'era il sole che giocava col mare, col Carso, col golfo... insomma una bella giornata. Io me la godevo affacciato al finestrino. Al finestrino accanto al mio c'era una ragazza come la descrivi tu in questo post. Mora, occhi verdi, vent'anni circa, esile ed elegante. Aveva una reflex digitale (Nikon, però) e fotografava il mare e la costa dell'Istria dall'altro lato.
Mi son detto che era decisamente la ragazza per te e ho pensato seriamente di chiederle il numero per poi passartelo. Non l'ho fatto per banali questioni di gelosia (altrui nei miei confronti). Peccato, però.

Deezzle ha detto...

1. Oh no, non ci penserò affatto.

1bis: potresti aver ragione, oppure no. Insomma, credo che dipenda seriamente dalla sua situazione. Nello specifico, se è già impegnata a poco valgono gli altri maschi. Del resto, aspetteremo ansiosamente il 5 giugno per fare qualche domanda in più.

2. Avresti dovuto precipitarti e chiederle il numero. Ovviamente gliel'avresti chiesto gridando a squarciagola "E' PER IL BUON MYKDEEZZLE", così non correvi pericoli.
E poi, dannazione, quel pezzo di ferrovia è tremendamente bello. Ricordo quando con Tommaso ed Ema stavamo tornando a casa ed era proprio l'ora del tramonto e, diavolo, quei due parlavano di piano fondamentale, profili analitici per la DM e altre amenità simili, mentre fuori succedevano cose meravigliose. Tornerei a Trieste solo per quel tratto di ferrovia.

Filippo il mulo ha detto...

Sì, in effetti se le avessi gridato a squarciagola in faccia "E' PER IL BUON MYKDEEZZLE!!!" ti avrei certamente fatto una buona pubblicità... :)
Del resto, quando la ritrovi una mora con gli occhi verdi con l'hobby per la fotografia (e una reflex digitale)?

E poi è vero, quelli sono posti molto belli. Tornateci, no? Io ve lo dico sempre. Posti per dormire ci sono sempre.