venerdì 9 gennaio 2009

Che storia! Pt 2

Sulla strada verso casa erano mille i pensieri che venivano alla luce, ma uno soltanto mi aveva preso sul serio: la speranza di riuscire ad arrivare in tempo per la tradizionale festa di babbo natale che ogni anno facciamo nella nostra via. Dal momento che erano passati diversi inverni senza ch’io andassi a quella festa, era mio obbligo morale esserci, quest’anno. E poi, persino il mio vicino di casa mi chiamò, chiedendomi dove fossi e aggiungendo che mi stavo perdendo il meglio. “Sto tornando da Mestre”, dissi. “Sarò lì fra mezzora”, mentii. Quella sera il traffico sembrava non volerne sapere di lasciarmi uscire da Mestre: semafori tutti rossi, imbranati alla guida, pedoni che attraversavano la strada così, senza guardare. E poi camion, autobus, trattori, carrozze trainate da cavalli e chi più ne ha più ne metta. Alla fine, come prevedevo, non riuscii a raggiungere la festa in tempo e, quando arrivai, trovai tutte le luci spente e un silenzio quasi irreale. Se non me l’avessero detto, non avrei creduto che ci fosse stata una festa di babbo natale.
Quella sera, ridotto ormai ad uno straccio, non sapevo che fare: il mio stand-by mentale mi imponeva di non sforzarmi più di tanto nel pensare o elaborare idee, quindi decisi che la cosa migliore da fare fosse di guardare un film. Ma quale? Anche qui, la scelta non fu banale e la mia condizione mi aiutò nel scegliere un film a caso tra quelli presenti nella lista. Il dito cadde su I Pirati Dei Caraibi – La Maledizione Della Prima Luna. Diavolo, l’avevo visto già diverse volte e non avevo poi voglia di vedere film del genere. Così mi convinsi che il film giusto fosse il mitico e grandissimo Mamma Ho Perso L’Aereo E Mi Sono Smarrito A New York. Visto che la tradizione di babbo natale non ero riuscito a coglierla, speravo invano di sentire il natale riguardando questo ormai classico film.
Il natale, alla fine, arrivò. E dopo tanto cibo che si sarebbe potuta sfamare mezza Africa, passò. I regali vennero consegnati e le bottiglie stappate. E poi? Nulla.
Il giorno successivo a quello di natale partii per la montagna. La sera precedente aveva nevicato per qualche ora, e subito dopo il gelo pietrificò la neve sulle case, sugli alberi e sulle auto. Il panorama, appena fuori dalla galleria, fu spettacolare: la terra tutta bianca e il cielo tutto azzurro. Il termometro segnava “-6 °C”: molto freddo. Una volta giunto a destinazione, mi aspettò un bel metro di neve da spalare per poter entrare nella dimora invernale, e quindi la mia schiena, gli altri muscoli e il corpo in generale ringraziarono gentilmente per la fatica che gli facevo compiere.

A questo punto della storia, probabilmente vi starete chiedendo quando avviene il momento clue. Pazientate ancora un po’.

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