martedì 25 marzo 2008

Cinque giorni nella capitale di Francia, I pt

Il mio rapporto con Parigi è abbastanza strano. Questa era la quarta volta che ci andavo. I monumenti principali, quelli dove si annidano migliaia di turisti, li ho visti tutti più volte. I musei principali, quelli in cui migliaia di turisti bivaccano tra un quadro e una scultura, li ho visti tutti più volte. Le chiese principali, quelle in cui migliaia di turisti gridano e scattano invano foto con il flash, le ho viste tutte più volte. Eppure, ogni volta che ci ritorno è come se fosse la prima. Eh, non lo so il perché, ma ve l'avevo detto che è un rapporto strano. E anche questa quarta volta la storia non cambia più di tanto. Tuttavia ho approfittato per vedere luoghi e posti che le volte precedenti non ho avuto l'occasione (o il tempo o la voglia) di ammirare.
Insomma, la storia è questa. Lasciamo stare i dettagli del volo e dell'arrivo in albergo la prima sera, e cominciamo il nostro racconto la mattina di sabato, quando si pone il problema di trovare un alloggio. Il primo ostello dice che non c'è assolutamente posto; ci mandano in un altro ostello ma, ahimè, anche qui non hanno posto. Cabina telefonica. Lista degli ostelli alla mano e via, chiamarli tutti.
Desolé, pas de places pour ce soir.
Per fortuna ci danno l'indirizzo di un ostello, un po' fuori, dove apparentemente c'è posto. Arrivati là, dicono:
Pas de places pour 5 soirs. Deux soir, après, il faut changer la chambre.
Ok. 21 euro, colazione e lenzuola comprese. Camera tripla, da condividere con uno sconosciuto. Chissà che tipo sarà, boh. E' l'una, dove andiamo? Sabato pomeriggio, programma: Istituto del Mondo Arabo, Grande Moschea. E poi? Vedremo.
L'Istituto del Mondo Arabo è un edificio piuttosto moderno e interessante, nel senso che le sue pareti esterne sono fotosensibili: a seconda della quantità di luce, le “finestre” si aprono e si chiudono da sole. All'interno è presente un ristorante, una libreria, una biblioteca particolarmente fornita, un museo e uffici. Ovviamente tutto riguardante il mondo arabo.
Riprendiamo a camminare e ci dirigiamo verso la Senna, per poi svoltare a destra dove ci dovrebbe essere la Facoltà di Scienze dell'università. In effetti l'edificio c'è ma è abbandonato e sta cadendo a pezzi. Svoltiamo ancora in destra, poi in sinistra e raggiungiamo finalmente la Grande Moschea. Edificio piuttosto grande, bianco, decorato a dovere, bella. Peccato per il tempo che è nuvoloso e si mette anche a piovere. Sono le 3 del pomeriggio e la fame, ora, si fa sentire. Dove si mangia? Puntiamo il dito sulla cartina della metro sulla fermata di Saint Michel, da dove inizia il Quartiere Latino, un labirinto di stradine molto strette in ognuna delle quali ci sono ristoranti dei tipi più diversi che offrono menu a prezzo fisso abbastanza convenienti. Ci fiondiamo in un localino greco, dove prendiamo due gyros, una specie di kebab ma greco. Pancia piena, si sta meglio; ma adesso? Diavolo, stanchezza, sonno, mal di gambe: riposiamoci un poco e poi usciamo a cena. Ma dove? Beh, Quartiere Latino, ovvio. Ristorantino carino, menu fisso da 14 euro: zuppa di cipolle, bistecca al pepe verde, macedonia. Non male.
Dopo cena lo passiamo tra la Cité e il Louvre, anche se la pioggia è ovunque e non lascia scampo nemmeno il freddo. Quindi, verso l'una si ritorna all'ostello, dove il nostro coinquilino sta già dormendo delle buone. Sicuramente l'avremo svegliato con tutto il baccano che abbiamo fatto ma, diavolo, era necessario. Chissà che tipo è. Speriamo che domani sia bello.

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