domenica 15 febbraio 2009

Folla a Venezia

Come al solito, si decide tutto la sera prima. Venerdì pomeriggio noto, quasi per caso, una discussione sul forum nel quale si discute l’organizzazione di qualche incontro per l’occasione del Carnevale di Venezia, iniziato ufficialmente oggi. L’appuntamento sarebbe stato il sabato mattina davanti alla stazione di Venezia.
Ora, non so se avete presente che giornata era ieri. Ecco, potevo forse stare a casa? La risposta a questa domanda la conoscete già.
Quindi alle 10 ci siamo trovati in sei e, macchine al collo e obiettivi in tasca, abbiamo iniziato a scattare come matti. Gli otturatori ringraziano.
Tuttavia la folla era veramente troppa, ma soprattutto troppo oppressiva. Turisti americani, russi, italiani, francesi, inglesi, tedeschi, cinesi, giapponesi, spagnoli, portoghesi e tutte le altre nazionalità del mondo, si affannavano con le loro fotocamere compatte, cellulari e telecamere a fotografare e riprendere tutto e tutti. Sembrava la sagra del “scatta scatta, tanto è gratis. E poi, vuoi mettere, con tutto quello che paghiamo per vedere ste maschere, ho il diritto di spintonare e mettermi in mezzo alle scatole per farmi fotografare con queste maschere.” Pare che le maschere siano delle attrazioni tipo Tour Eiffel, per cui tutti si fanno fotografare con loro. Ma io mi chiedo: ma che diavolo di gusto c’è? Perché un conto è la foto con la Tour Eiffel: così testimoni che sei stato a Parigi. Ma la foto con la maschera? Non dimostra assolutamente che sei stato a Venezia, dal momento che lo sfondo non è San Marco, non è Rialto, non è San Giorgio (tanto per dire alcuni nomi), ma è altra gente. Quindi?

Non lo so. Forse sto diventando insofferente nei confronti di tutti quelli che scattano all’impazzata senza ritegno. Senza impegno. Voglio dire, anch’io scatto come un matto - poco più di 300 foto - ma almeno cerco di portare a casa qualcosa di decente. E con una folla come quella di ieri, se recupero 20 foto vuol dire che ho fatto un’impresa. Diavolo: proprio quando riuscivo ad avere l'inquadratura perfetta, con il giusto equilibrio tra primo piano e sfondo, passava una persona, o davanti o dietro. Non si può mica andare avanti così. Il risultato di ieri sono stati un sacco di primi piani, poiché impossibile avere figure intere o semi-intere con tutta quella calca di gente in mezzo alle palle. Insomma, foto così.



Comunque giovedì ci riproverò: appuntamento per le 10 fuori dalla stazione a Venezia. Siamo già in tre, più o meno. Chi vuole aggiungersi è il benvenuto. Le foto complete le metterò alla fine del Carnevale, in modo da avere qualcosa di serio per le mani.
Saluti.

3 commenti:

Filippo il mulo ha detto...

Io sono stato a Venezia domenica. Giornata splendida.

Per quanto riguarda il tuo discorso, mi viene da dire che è troppo di parte. Io capisco la passione, ma tu prova a metterti nell'ottica* di chi non ce l'ha. E se non ce l'hai non te ne frega niente che la foto sia perfetta.
È come se io da scrittore me la prendessi con tutta la gente che scrive pagine e pagine di diario ogni giorno senza nessun valore letterario. Loro vogliono solo scrivere, a loro non importa della letteratura. Allo stesso modo vogliono solo fare foto, non gli importa della fotografia. Non c'è da biasimarli per questo.

[* - Vi prego di notare la raffinatezza dialettica. Parlo ad un appassionato di fotografia usando termini come «mettersi nell'ottica». Questa ragazzi miei è comunicazione di alto livello.]

Deezzle ha detto...

Anche tu hai ragione Filippo. Lasciami spiegare un attimo quello che intendevo. Non mi riferivo al fatto di dover scattare per forza foto perfette, anzi. Il mio discorso si riferiva alla foga con cui la gente vede una maschera da lontano e prende la rincorsa per andare a fotografarla. Mi ricorda tanto le inaugurazioni, quando c'è il buffet gratis e tutti - me compreso :D - si fiondano per arraffare il più possibile. Non so se ho reso l'idea.
Quello che intendo io è la follia a volte degenerativa che accompagna la gente che arriva a Venezia per il Carnevale. Mettiamoci un po' nei panni di queste povere maschere: sotto quei bei costumi ci sono delle persone che sono costrette a posare in qualsiasi momento per i turisti. Voglio dire: sabato ho visto maschere che se ne andavano per conto loro a mangiare - era ora di pranzo - e la gente, senza ritegno, si metteva davanti a loro e li costringeva a fermarsi e farsi fotografare.
Cioè, io ho notato questa cosa: la foga.

Filippo il mulo ha detto...

Sì, ho capito perfettamente di cosa parli. In particolare l'esempio del buffet gratis è illuminante. Mi ha fatto venire in mente di quando sono andato in Sicilia. C'era la festa di diciottesimo compleanno della sorella di Marcello. Siccome questi sono pieni di soldi la festa è stata fatta in un posto mega-figo. Quando ho visto il buffet mi sono fiondato con una voracità che puoi ben immaginare, e più di qualcuno mi ha guardato in modo un po' strano. Poi sono rimasto mezza serata a parlare con la morosa di Orazio, che mi piaceva molto (la morosa, non Orazio) e che sembrava contraccambiare abbastanza evidentemente. A Orazio la cosa non dava affatto fastidio.
...ops, forse ho divagato un po'.