venerdì 2 novembre 2007

Serata a Trieste, Pt. II


Finalmente raggiungiamo il Molo e voglio scattare qualche fotografia celebrativa. Dannazione: la batteria si scarica lasciandomi senza foto. Diavolo, avrei dovuto ricaricarla. Pazienza, comunque: la vista dal Molo della città è davvero molto bella. Filippo ci spiega l'origine del nome "Molo Audace" ed elenca i palazzi che si vedono da lì. "Quella è Piazza Unità" dice indicando una piazza che a vederla sembra molto piccola. E invece è molto grande e anche molto bella, come notiamo poco dopo quando ci andiamo. "Questa è una delle piazze più belle che abbia mai visto" dico. "Assomiglia a Plaza Major di Madrid ma con un lato in meno e bianca". Diavolo, è davvero bella. Nel frattempo il vento si è alzato ed Ema comincia a brontolare, come è il suo solito.
"Dai, saliamo, andiamo a San Giusto" dice Filippo. Ci troviamo tutti d'accordo, a parte Ema che adesso ha da ridire anche sulle scale e sul fatto che dobbiamo salirle. Dopo poco siamo su: nel parcheggio antistante la chiesa romanica ci sono alcune tipe che ballano con la musica distorta delle casse dell'autoradio e dei tipi che ronzano attorno. Filippo vuole assolutamente spiegarci la storia della chiesa, così lo ascoltiamo facendo finta di essere turisti (o studenti) inglesi. Ci avviciniamo alle tipe, sempre parlando in inglese, ma queste se ne vanno subito. Restano i tipi che abbassano il finestrino e dicono "tanto non ve la danno". Noi facciamo finta di non capire perché siamo inglesi. E così instauriamo una discussione di circa un'ora e mezza con questi due. Immaginatevi la scena: quattro italiani, alquanto bevuti, che parlano in inglese con altri due italiani alquanto bevuti anche loro. Sushi e Fili si spacciano per abitanti di Liverpool, mentre Ema mi tira in mezzo dicendo che io e lui siamo portoghesi, anche se non conosciamo una sola parola di portoghese. Scopriamo che si chiamano Fabio e Stefano. I discorsi spaziano dalla geografia italiana alla grammatica italiana, passando per le tipe fino ad arrivare a Piazza Unità. Questi i dialoghi più significativi (cioè quelli che mi ricordo molto vagamente).

Stefano: "Naples is not Italy."
MykDee: "It sounds strange because I've studied that Italy is all the peninsula."
Stefano: "No. Naples is not Italy."

Stefano a Fabio [in dialetto triestino ma io lo riporto in italiano]: "Ma come si dice 'invece'?"
Sushi: "Instead!"

Fabio [mentre usava il verbo 'understand' come 'non capire'] a Ema: "The contrary of understand?"
Ema: "Understand!"

Insomma, dopo un'ora e mezza di discussione in inglese, durante la quale noi correggevamo loro sui vocaboli da usare e loro ci "insegnavano" le parolacce, ci diamo appuntamento di lì a 15 minuti in Piazza Unità. Durante il tragitto ripensiamo all'accaduto e ci sembra davvero ridicolo che sia accaduto davvero. Ridiamo come matti rievocando gli episodi salienti della chiaccherata e non vediamo l'ora di ritrovali così si ride ancora. Passano alcuni minuti e non si vede nessuno: sono le tre e Sushi e Filippo spariscono. Io ed Ema abbiamo una discreta fame così ci addentriamo nei vicoli dietro la piazza non trovando quello che cerchiamo. Torniamo in "Unity Place" dove arriva Sushi annuncandoci che hanno trovato Stefano e Fabio: questi vengono verso di noi e Stefano mostra le mani sporche di nero dicendo "Sorry, we have some problems with the car". "Don't worry", rispondo. "15 minutes" ci dicono, allontanadosi. Ne aspettiamo 20 e forse di più ma non si fanno vedere. Sono le 4 passate e il freddo è abbastanza insistente, come del resto la fame. Peccato però, ci sarebbe piaciuto parlare ancora con loro: bravi ragazzi, davvero, anche se un po' impacciati e di una comicità unica. Fabio ha detto ad Ema che studia a Padova: io spero davvero di reincontrarlo perché è molto simpatico. Ripensandoci, in effetti credo che avremmo dovuto dirglielo che eravamo italiani. Però, avrebbero potuto incazzarsi perché sicuramente avrebbero pensato che li stessimo prendendo in giro. Ma per quanto mi riguarda non è così, e spero di rivederlo.
Comunque, verso le 4 e mezza siamo a casa e la fame ci fa mettere su una spaghettata: Sushi si mette ai fornelli e sforna un sugo con tonno, panna, pomodoro e, ovviamente, cipolle. Mangiamo di gusto anche se io non riesco a finire tutto il piatto e ne dò un po' a Fili e ad Ema. Alle cinque e mezza circa finalmente ci corichiamo: Sushi e Fili in una camera, io e Ema nell'altra. La sveglia suona alle 13.30, anche se Ema è già sveglio dalle 12: si è guardato il tg e Studio Sport con i risultati delle partite. Dopo un po' svegliamo anche Fili e Sushi che sono però già svegli. Ci mettiamo di buona lena per pulire la cucina, davvero inguardabile. Ma dopo mezzoretta ha già ripreso il suo aspetto normale. Alle tre usciamo e la giornata è davvero bella. Abbiamo fame e troviamo quello che fa per noi in una rosticceria dove fanno anche panini: uno alla prochetta, uno con la cotoletta e due alla verdure. Mangiamo strada facendo e ripercorriamo le vie della sera prima: da dove Sushi ha fermato e lasciato andare le tizie fino al Molo. A differenza della notte, adesso c'è molta gente: ci sono famiglie che passeggiano, bambini corrono su e giù, gruppetti di ragazze, gruppetti di ragazzi, gente sola "seduta sulle panchine del porto" che guarda là, dove partono le navi e va a morire il Sole. E poi ci siamo noi. Ema dice che ci vuole un bel caffè e Filippo ci porta al Tommaseo dove prendiamo un caffè per la modica cifra di 2.60 euro. Usciti dal caffè, prendiamo un bus che ci porta in stazione. Il treno parte alle 16.47 e ci dirigiamo al binario dove, malinconicamente, salutiamo e ringraziamo Filippo per l'ospitalità.
Il treno si muove; Sushi ed Ema cominciano con un discorso sul Piano Fondamentale che non ascolto. Guardo piuttosto fuori dal finestrino: il mare al tramonto, la luce rossa del tramonto, Trieste là in fondo. E mi addormento.

In foto: il lungomare verso Piazza Unità in una delle ultime foto prima che mi si spegnesse la macchina fotografica.
PS. Altre foto le potete trovare al solito indirizzo di Flickr, anche se ovviamente sono solo le prime che ho fatto in tempo a scattare.
PS 2. Ovviamente confido in una descrizione più precisa della serata da parte di qualcuno dei partecipanti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bravo vecchio mio, ma il caffè costava ben 5 cents in più della cifra che tu hai riportato.