venerdì 2 novembre 2007

Serata a Trieste, Pt. I

Probabilmente quanto racconterò lo leggerete da qualche altra parte, ad esempio nel blog di Fili o in quello di Ema o di Sushi. Insomma, avrete capito che abbiamo fatto qualcosa assieme. Ebbene, se volete sapere di cosa si tratta farete bene a leggere qua. Altrimenti fate a meno; come al solito, fate come volete. Vi anticipo che, essendoci molte cose da raccontare, sarà un posto molto lungo. Per questo lo divido in più parti.
Tutto comincia sabato sera quando Uzio mi dice "Mi raccomando, tieniti libero per mercoledì 31. Sicuramente faremo qualcosa." E dopo questo ordine irrevocabile non avrei potuto fare altro che soddisfare le richieste di Uzio. In quell'occasione dico che non sarebbe male andare a Trieste da Filippo, sempre che non torni a casa, altrimenti dovremo cercare qualcosa negli ormai abituali locali patavini. Per nostra fortuna Filippo dice che resterà a Trieste e avrà la casa libera, quindi ci invita a passare la notte da lui. Perfetto, era proprio quello che ci voleva. In men che non si dica avverto Uzio il quale mi risponde che bisognerà avvertire gli altri, sentire chi viene, organizzarci per bene e altre cose così. Sembra che dobbiamo andare a scalare l'Everest, quando la faccenda invece è molto semplice: prendere un qualsiasi treno diretto a Trieste e portarsi le lenzuola per dormire. Già da qui si capisce che Uzio creerà problemi. Infatti, alla fine della giornata e dopo qualche euro speso in messaggi da Ema e Sushi, non viene. Uzio, non sai che seratona ti sei perso. Quindi ecco il resoconto delle 20 ore passate in terra friulana.
Il treno per Trieste parte da Mestre alle 18.22 con arrivo previsto per le 20.13. Io sono già a Mestre e aspetto al binario 2 Ema e Tomix che arrivano da Padova. Quel pomeriggio compro una bozza di Dolcetto d'Alba, sicuro che anche Tomix avrà qualcosa; per il viaggio in treno Ema propone di "bere qualcosa", così il buon Sushi non porta una sola bozza di vino ma ben due. Insomma, ci troviamo al binario, compriamo un pacchetto di TUC e di Pringles, saliamo sul treno spingendo per trovare tre posti vicini e raggiungiamo felici il nostro obiettivo. Il treno si mette in movimento e, verso San Donà di Piave, miracolosamente si svuota. Occupiamo una posizione più comoda e apriamo la bozza di Refosco: Sushi dice che è pessimo, Ema è indifferente e io pure. Così passano veloci le stazioni di San Stino di Livenza (che Ema capisce "Astino di Vig Genza"), Portogruaro e altre che non ricordo. Il vino va giù abbastanza bene e finiscono le Pringles e i TUC. Ore 20.13 scendiamo a Trieste, dove ci accoglie Filippo che dice che siamo degli stronzi perché abbiamo bevuto senza di lui. Ema si innamora subito della stazione triestina, dicendo le parole "altro che Padova", nonostante sia profondamente innamorato della città veneta. C'è una debole brezza: Ema sostiene che questa bora non è per niente uguale a quella che fanno vedere in tv. Filippo dice "questa non è bora, vedrai", o qualcosa di simile. Comunque, saliamo su un autobus ed Ema timbra i biglietti che gli aveva dato la Sabrina quella mattina (sì Sabri, li abbiamo usati anche se Ema aveva detto che non ci sarebbero mai serviti... :-)). Scendiamo dopo poco per andare in un supermarket: compriamo altre tre bottiglie di vino che, aggiunte alle due che abbiamo in borsa, fanno un totale di 5 bozze in quattro persone. Sarà una serata impegnativa, penso. "Vedrai che non basteranno", dice Sushi. Qualche minuto dopo siamo nella dimora di Filippo, dove riconosco subito il cartello stradale "Pedoni dall'altro lato" e il famoso bersaglio per le freccette.
Sono circa le 21 e Sushi, da bravo cuoco, si appresta a cucinarci una buona pasta. Si inventa un sugo con funghi, pomodoro, Philadelphia, cipolle e quant'altro. Alla fine la pasta è molto buona ma c'è un problema: la cucina è talmente sporca che sembra che sia passata un'orda di barbari affamati. Sushi, diavolo, devi fare più attenzione. Ci mettiamo a tavola e comincia la danza delle bottiglie: fuori una, fuori l'altra: la pasta è finita e abbiamo ancora due bozze da finire, più un'altra che porteremo fuori quando usciremo. Ema propone di mangiare del pane e così facciamo, scolandoci anche le altre due bottiglie rimaste. Ovviamente, dopo questa quantità di vino in corpo, si inizia con i discorsi di fisica, cosmologia sfociando ovviamente in metafisica e filosofia. Non li riporterò, sicuro che lo farà qualcun altro al mio posto.
Comunque sia, verso mezzanotte e mezza decidiamo che possiamo uscire. Filippo ci guida alla scoperta di Trieste così passiamo per dei posti veramente belli. Beh, vista l'occasione, mi sembra opportuno fare qualche figura di cacca con qualche ragazza di passaggio: ne fermo un paio e in inglese, pessimo, chiedo dove sia il Molo Audace. Non ottenendo nessuna risposta propongo a Sushi di fare altrettanto. Non si sa come, il Nostro ferma un gruppo di tre tizie abbastanza carine chiedendo, sempre in inglese, dov'è il Molo. Filippo fa finta di non capire e loro sembrano volerci dare una mano e addirittura, forse, accompagnarci, quando quel caprone di Sushi dice "comunque potevate dire anche 'in fondo a sinistra' che facevate prima". Morale della favola: le tipe si allontanano mandandoci a quel paese e noi, di risposta, insultiamo Sushi che si difende con il suo solito "eh, frega un cazzo".
Comunque, dopo poco raggiungiamo il ponte dove c'è la statua di Joyce, dove scattiamo alcune foto che non si possono mostrare. Ci fermano dei tipi in una Golf GTI chiedendoci dove si trova il CiboMatto: Filippo gli spiega sommariamente dove sia e questi sembrano avere capito, tanto da fare una retromarcia ai limiti della illegalità. Ema dice che vuole una birra e si discute circa cinque minuti sul da farsi quando, d'un tratto, si ripresentano sti tizi con la Golf GTI e bestemmiando dicono che quel posto è chiuso o qualcos'altro che non capisco. Io guardo la tipa seduta di fianco al guidatore che sembra annoiata e anche molto carina. Ema subito stabilisce un feeling con questi qui, rievocando i bei tempi passati con Benito e altre cose simili. Si stringono la mano, dimostrandosi veri amici da chissà quanto tempo. Filippo cerca di convincerli ad andare da qualche altra parte, dice che ci sono pochi locali in centro a Trieste. Sushi propone il "Zel'dovich", ma non sembra riscuotere un grande successo tra i ragazzi della Golf GTI. Così finalmente se ne vanno sgommando e accelerando e lasciando sull'asfalto una bella "virgola nera". Evidentemente a loro glieli regalano i copertoni.
Ema continua a dire che senza birra non si va da nessuna parte così accettiamo un compromesso: beviamo una birra in piedi e poi via di corsa. Entriamo in un locale quasi vuoto dove delle tipe, evidentemente ubriache, stanno ballando canzoni abbastanza brutte. Ordiniamo da bere: due grappe per Fili e Sushi, un Montenegro per me e una birra per Ema. Dopo una bella "sciata", io e Fili ci precipitiamo dalle tipe e cominciamo ad agitarci senza seguire il ritmo della musica. Una tipa si avvicina a Fili e si alza la maglia mostrando il reggipetto e il Nostro non perde tempo, andando ad impattare con il petto della tizia. In men che non si dica arriva il suo ragazzo o comunque un tipo mai visto chiedendo spiegazioni: non so cosa gli risponde Filippo ma suggerisco ugualmente agli altri di andarcene. E così facciamo, salutando amabilmente le tizie ubriache che stanno ancora agitandosi.

In foto: Ema, Filippo e Sushi appena usciti da casa.

8 commenti:

JaCk ha detto...

bella marco!!! spaccare il mondo cazzo!! cmq il mio indirizzo del blog è :

www.4edge.blogspot.com

Anonimo ha detto...

"bisogna partire presto che sembra brutto arrivare tardi".
non serve aggiungere altro.

Deezzle ha detto...

Bravo, non aggiungere altro.

Anonimo ha detto...

Vecchio mio se non ricordo male anche tu avevi stretto la mano ai tipi....

Teo, sai che io ti avrei aspettato. Non era carino arrivare tardi, quindi qualcuno doveva andare prima.

Anonimo ha detto...

Non riesco a capire che significa che qualcuno doveva per forza arrivare prima. Per caso in casa di filippo si prenota e se non arrivi in tempo ti tolgono il tavolo?
Forse filippo avrebbe preferito che ci fossimo tutti anche se magari un'ora più tardi.

Anonimo ha detto...

Si tratta solamente di buon costume. Ovvio che Fili avrebbe preferito che ci fossero tutti. Ti ho quasi pregato di venire, ed ero anche disposto ad aspettarti, perchè volevo che ci fossi anche tu. Però non puoi pretendere che tutti siano a tua disposizione. Del resto sapevi da giorni di avere quell'impegno. Perchè non mi hai detto ''si ema aspettami così si va assieme''? A me non sarebbe costato nulla.

Anonimo ha detto...

come detto a marco, a mio avviso è buon costume aspettare chi ha organizzato di uscire, visto che altrimenti molto probabilmente non si sarebbe fatto nulla.
Ti ho detto di andare perchè non ho bisogno di una balia, se si andava si andava tutti insieme, che discorso è andare a rate.

Milu↨♦►io ha detto...

ero io quello di prima